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Gelmini, l'ultima corbelleria

Anche il Ministro all' Istruzione, come stanno facendo diversi politici del Pdl, in queste settimane ha cercato di smarcarsi da Berlusconi ammettendo, per la prima volta, di aver fatto forse troppi tagli alla scuola. Ma non ha perso il vizio di dire corbellerie

23/10/2011
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l'Unità

Giuseppe Caliceti

Anche il Ministro all'  Istruzione, come stanno  facendo diversi politici  del Pdl, in queste  settimane ha cercato di  smarcarsi da Berlusconi ammettendo,  per la prima volta, di aver fatto  forse troppi tagli alla scuola. Ma  non ha perso il vizio di dire corbellerie.  L'ultima riguarda l'esame di terza  media. Ha espresso la volontà di  semplificarlo affidando ai test  dell'Invalsi il compito di accertare  gli apprendimenti di matematica e  di inglese. E lasciando ai singoli istituti  la formulazione dello scritto di  italiano e del colloquio orale. Peccato  che non sia chiara la tipologia delle  prove, nè per testare il raggiungimento  di che cosa. Una cosa è fare  test a fini statistici, un'altra con finalità  valutativa: ma per Gelmini pare  non ci sia differenza, la valutazione  di alunni e studenti assomigliano in  modo preoccupante a un sondaggio  o a una indagine di mercato.  Altra questione: se l'esame di terza  media salterà, che valore avranno  i voti sulla scheda di valutazione  di fine primo quadrimestre? O Gelmini  vuole sopprimere anche le pagelle?  Secondo mistero. Intanto, di  fronte ai tagli epocali e all'epocale  pressapochismo ministeriale, si  estende la protesta nel mondo della  scuola. Sono in guerra contro il governo  non solo tanti docenti, studenti  e genitori, ma anche gli enti  locali. La Cgil emiliana chiede alla  Regione di fermare gli accorpamenti  delle scuole in maxi-istituti comprensivi,  come dettato dalla finanziaria  estiva, che distruggerebbero  il rapporto con gli studenti, rendendolo  sempre più anonimo. Anche  perché questa sarebbe materia delle  Regioni, non del governo. Insomma,  la scuola ridisegnata dalla controriforma  Gelmini appare sempre  di più quella delle tre D: diseguaglianza,  diseducazione, disoccupazione.  Una scuola sempre più lontana  da quella di cui si parla nella nostra  Costituzione. ? 


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