GdM-Gli insegnanti: aumenti adeguati all'inflazione

Gli insegnanti: aumenti adeguati all'inflazione
Scuola, mercoledì prossimo riprende la trattativa per il rinnovo del contratto

ROMA Certezze per la copertura dell'inflazione, aumenti retributivi che "ci avvicinino all'Europa" e percorsi di carriera più brevi che consentano di raggiungere il massimo retributivo con una minore anzianità, maggiore autonomia decisionale per le scuole. Il 2003 si apre con il nodo ancora irrisolto del contratto degli insegnanti: le richieste dei sindacati sono chiare, in vista delle trattative che riprenderanno il prossimo 8 gennaio all'Aran.
Aperta è la questione delle risorse economiche, anche se una svolta si è avuta nell'incontro dei sindacati con il ministro Moratti dello scorso 20 dicembre. Il ministro, in quell'occasione, ha infatti assicurato la disponibilità di 234 milioni di euro aggiuntivi per il contratto, oltre ai già previsti 417 milioni di euro per il 2003, ulteriori 145 milioni da verificare e 85 milioni per il personale tecnico-amministrativo Ata. Assicurazioni che sembrerebbero scongiurare la minaccia di sciopero da parte della categoria, ma la partita, sottolineano i sindacati, è ancora completamente aperta.
"L'8 gennaio - ha affermato il segretario generale della Cgil Scuola Enrico Panini - si verificheranno gli impegni assunti dal ministro lo scorso dicembre riguardo le risorse aggiuntive all'inflazione. Vogliamo un contratto - ha precisato - che salvaguardi le retribuzioni, che ci faccia avvicinare all'Europa e che dia più strumenti alle scuole autonome per lavorare meglio e con meno lacci burocratici. Non esiste ad oggi - ha concluso Panini - un testo contrattuale che corrisponda alle richieste presentate dai sindacati".
Quanto all'ipotesi di modifica dell'ammontare degli aumenti di stipendio nel caso di oneri superiori a quelli stimati per il contratto, fonti sindacali hanno precisato che una norma in tal senso esiste già a partire dal contratto del 1995 ed è per altro presente in tutti i contratti pubblici: prevede che, in caso di accertamento di maggiori oneri del contratto, le parti firmatarie possono richiedere controlli ulteriori e, qualora tali oneri siano certificati, eventualmente decidere la sospensione del contratto o la proroga. Una sorta di norma di tutela che, affermano le stesse fonti, non è detto vada necessariamente ad incidere sugli aumenti stipendiali.