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Gazzetta del Mezzogiorno-Riforma Moratti, luci ed ombre

L'inchiesta Direttori, dirigenti scolastici, insegnanti e pedagogisti analizzano i diversi aspetti della rivoluzione Riforma Moratti, luci ed ombre Sì al maestro unico, pareri diversi sulla scuola...

09/08/2002
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La Gazzetta del Mezzogiorno

L'inchiesta
Direttori, dirigenti scolastici, insegnanti e pedagogisti analizzano i diversi aspetti della rivoluzione
Riforma Moratti, luci ed ombre
Sì al maestro unico, pareri diversi sulla scuola a 5 anni e mezzo

POTENZA Le luci e le ombre della riforma "Moratti" analizzate da esponenti del mondo scolastico lucano. Abbiamo chiesto a direttori didattici, dirigenti scolastici, insegnanti e pedagogisti il loro parere sulle peculiarità della nuova riforma: la figura di docente "prevalente", detto impropriamente "maestro unico" e l'anticipo della prima elementare ai bambini di cinque anni e mezzo.
Dai pareri raccolti, emerge una sostanziale uniformità di giudizio sul primo punto, mentre ci sono opinioni discordi sull'allargamento delle classi prime ai nati entro il 28 febbraio dell'anno successivo.
ll direttore del IV circolo didattico di Potenza, Domenico Mastrodonato, non è totalmente in disaccordo con la riforma Moratti, trovando nelle nuove normative anche aspetti positivi.
"Una riforma ogni quattro-cinque anni - spiega a La Gazzetta - non fa certo piacere e credo sia anche difficile convincere i genitori della bontà dell'idea di un maestro unico, dopo averli convinti negli anni scorsi sulla validità dei tre maestri. Ci sono, però, i lati buoni. Il maestro prevalente sarà solo una figura di spicco, ma non l'unica per gli alunni, come i detrattori della riforma asseriscono. Verrà, infatti, affiancato da altre figure di docenti (che cureranno l'informatica, il teatro e altre attività collaterali), con un sistema che varrà per i primi tre anni. L'estensione della frequenza alle classi prime ai nati entro febbraio - continua Mastrodonato - mi trova d'accordo. Se sarà questa la sperimentazione, sarò il primo a metterla in pratica".
Più contraria che favorevole è Rocchina D'Acclesia, insegnante del I circolo didattico del capoluogo: "I moduli hanno portato dei chiaroscuri - sostiene - perchè non sempre si va d'accordo fra gli insegnanti, ci sono difficoltà. Ci sono, però, anche esperienze che hanno avuto il successo sperato. Maestro unico? Forse è un po' tardi - commenta l'insegnante potentina - l'ideale sarebbero un paio di insegnanti che si dividano i vari ambiti". Inoltre, l'insegnante del primo circolo didattico del capoluogo ritiene che "bisognerebbe evitare una differenza d'età superiore a sei mesi fra gli alunni di una stessa classe".
Paolo Viola, pedagogista, ritiene che "lavorare con più maestri è già un anticipo del lavoro d'equipe, caratteristico della nostra società".
Francesco Casale, dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo "F.Giannone" di Oppido Lucano è critico verso questi cambiamenti che "non tengono conto, a cominciare da quelli per la scuola dell'infanzia, di numerosi fattori. L'anticipazione dell'obbligo scolastico - afferma Casale - è solo una mediazione forzata del Ministero, non avendo le possibilità, sia economiche sia di cultura scolastica, di risolvere a monte il problema con l'anticipazione dell'obbligo scolastico a cinque anni. Si creerebbe confusione -continua - in un sistema scolastico all'avanguardia". Sulla proposta del maestro prevalente, il dirigente scolastico oppidano sostiene che "essa vuole vanificare dodici anni di positiva esperienza modulare, non tenendo inoltre conto delle innovazioni rapidissime della società che ha bisogno di quella specializzazione che non si può trovare in un solo docente".
Stesso punto di vista esprime Michele Pinto, prossimo direttore del I circolo didattico di Melfi. "La legge 148 del 1990 - sostiene il professore - con la quale si è adottato il sistema modulare, è una riforma che tutti i paesi sviluppati invidiano all'Italia. I "moduli" significano pluralità dei docenti, divisione del curricolo in ambiti, aumento del tempo scolastico. La nuova riforma - continua - eliminerebbe la pluralità, diminuirebbe il tempo scolastico e riporterebbe il curricolo all'unità, cosa attualmente molto difficile".
Tuttavia. "L'adozione del "maestro prevalente" - aggiunge Pinto - può essere positiva se significa presenza maggiore in termini di orario di un docente rispetto ad altri due. La "famosa" legge 148 già consentiva ai collegi di questa figura che oggi fa tanto discutere". Sull'anticipazione della "prima" per i bambini di cinque anni e mezzo, Pinto è possibilista, purché si inizi prima anche la scuola materna".


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