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Flc 2.0: il sindacato nella rete

In un recente seminario a Gaeta è emerso con chiarezza che la rete è una leva straordinaria per interagire con iscritti e lavoratori

29/11/2013
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Rassegna.it

Con 20.000 visitatori al giorno e una grande mole di interazioni, quello della Flc è uno dei siti sindacali più attivi. In un recente seminario a Gaeta è emerso con chiarezza che la rete è una leva straordinaria per interagire con iscritti e lavoratori

(foto da webmasterpoint.org) (immagini di Stefano Iucci)
Sindacato 2.0. Internet, la rete, la condivisione come strumenti necessari a un sindacato moderno e che voglia avere rapporti forti e capillari con la propria gente. Di questo si è proficuamente discusso nei giorni scorsi a Gaeta, nel corso di un seminario organizzato dalla Flc, il sindacato della conoscenza della Cgil, che è tra i più attivi e innovativi su questo piano: il suo sito è tra i più visitati – circa 20.000 utenti al giorno – e ricchi di servizi e informazioni.

Il seminario ha evidenziato la necessità di fare un passo avanti, per mettere in rete e ottimizzare tutti i contributi che arrivano dai diversi siti della Flc. E ha anche messo ben in chiaro come non esiste nessuna contraddizione tra l’uso della rete e i tradizionali strumenti dell’azione sindacale come ad esempio l’assemblea. Un tema questo, ben raccontato da Antonio Ferrone, della Flc di Latina, il quale ha illustrato come il sito ha aiutato la struttura a farsi conoscere e apprezzare in un territorio geograficamente complesso come quella provincia del Lazio meridionale e a “diventare punto di riferimento e voce per tutti gli iscritti e le Rsu, che lamentavano una scarsa informazione e pochi servizi. La strada del web era la migliore e anche la più economica. Non saremmo mai riusciti a ottenere la visibilità che abbiamo oggi senza il sito”.
 
In stretto rapporto con l’uso dei siti c’è naturalmente quello dei social network, su cui è intervenuto Patrizio Di Nicola, docente di sistemi organizzativi complessi alla Sapienza Università di Roma: da una ricerca avviata nel 2001 e che ha analizzato 92 siti web – e che è giunta ora alla terza rilevazione con circa 500 siti analizzati – per lo studioso emerge finora poca interazione virtuale all’interno del sindacato: “Verso internet c’è molta diffidenza, ed è normale. Ma è uno strumento come un altro, che va prima usato e capito per essere utilizzato al suo meglio” (qui il video del suo intervento).

Tra i numerosi interventi di chi gestisce i siti territoriali della Flc è emerso uno scenario abbastanza frastagliato, con forti differenze e distanze. Gli 11 siti che si sono raccontati durante i lavori sono molto diversi tra loro. Hanno una storia differente e diversi tempi e modi di nascita e crescita. E anche diverse necessità. Quasi tutti cercano interazione con gli iscritti, chi trova più utile i social, chi l’email, chi una sorta di “esperto risponde”, chi utilizza direttamente un blog, piuttosto che un sito, per rispondere alla necessità primaria dell’essere in rete: il raccontarsi. Trait d’union, la scarsità di risorse che si è in grado di impiegare e che tutti hanno segnalato. Come ognuno sa, internet è “gratis” solo in apparenza: per farla funzionare a dovere servono cura, tempo, strumenti tecnologici e risorse umane.

I lavori sono stati conclusi da Maurizio Lembo, segretario organizzativo della Flc Cgil: “Internet non è un mezzo freddo – ha detto –. Il suo valore aggiunto viene sicuramente dall’umanizzazione che siamo noi a dargli. Siamo noi a creare la rete, a rispondere ai bisogni di tutti e a fare quello che ogni sindacato dovrebbe fare: dare voce a chi non ne ha. Per questo il nostro grazie va a tutti i compagni che ogni giorno lavorano a questa rete, in un modo che a volte rimane nell’ombra ma che resta fondamentale, perché nessuna navigazione si può realizzare senza la guida di un capitano, ma soprattutto senza il duro lavoro di un buon equipaggio”. Anche la rete che si è creata nella due giorni di Gaeta, ha detto Lembo, “deve andare avanti, per continuare una riflessione che vada oltre il web stesso, che comprenda la comunicazione a 360 gradi, che ci permetta di migliorare il nostro modo di fare sindacato, con l’aiuto di tutti i mezzi che il web 2.0 può offrirci".

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