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Ex Lsu fuori, dal 2011 sarà gara

Niente più rinnovo automatico degli appalti per le pulizie

04/01/2011
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ItaliaOggi

di Alessandra Ricciardi  
 

C'è chi a viale Trastevere sostiene, con un po' di malizia, che quest'anno alla fine ha pesato anche l'assenza di un sottosegretario all'economia di origini meridionali. Perché il mancato finanziamento necessario al rinnovo, nel decreto legge di proroga termini di fine anno, dei contratti di pulizie ai consorzi di ex Lsu crea grossi problemi occupazionali in particolare in alcune regioni del Sud: Campania, Sicilia, Sardegna. È prevedibile che durante l'iter parlamentare per la conversione in legge del dl saranno molti gli emendamenti e le pressioni politiche per ripristinare la proroga.

 

Ma la scelta fatta dal ministero dell'economia di non dare più spazio alla prosecuzione dei contratti in vigore, e di aprire al mercato, pare definitiva. Tanto che il ministero dell'istruzione, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, sta già provando a correre ai ripari, d'intesa con il ministero del lavoro. Per evitare che da questo mese scoppi un nuovo caso occupazionale, con il licenziamento di migliaia di lavoratori, quelli che hanno finora lavorato proprio grazie al rinnovo automatico dei contratti di pulizie: erano circa 25 mila dieci anni fa, oggi sono la metà. Una montagna di pratiche di cassa integrazione per il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi. Una ordinanza ministeriale, allo studio di viale Trastevere, detta le regole per le nuove gare che le scuole dovranno indire per le pulizie, ma dice anche che in attesa siano completate le procedure, presumibilmente per il nuovo anno scolastico 2011/2012, potranno essere portati avanti i vecchi contratti fino a scadenza naturale.

In cambio della prorogatio, i datori di lavoro dovranno ritirare, se non hanno già provveduto, le lettere di licenziamento già fatte partire in questi giorni.

 

Insomma, si tratterebbe di una soluzione transitoria, possibile con atto ministeriale e grazie ad anticipazioni di fondi del bilancio dell'Istruzione.

Anche se in prospettiva il problema di trovare una copertura ad hoc si pone e la Gelmini è decisa a non farsi carico da sola di un problema che ha rilevanza sociale e investe anche altri dicasteri. Dunque un passaggio legislativo, magari in provvedimento diverso dal Milleproroghe, dovrà comunque essere fatto. La palla torna così sempre all'Economia.

 


 


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