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Da Totò e Peppino, da Benigni e Troisi, a Berlusconi e Brunetta

di Pippo Frisone

04/11/2011
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ScuolaOggi

Di precedenti illustri,  la lettera del capo del governo italiano inviata a Bruxelles ne ha almeno due.
Sono due pezzi di grandiosa comicità cinematografica.
Il primo risale al 1956  nel leggendario  “ Totò, Peppino e la malafemmina “.
Totò improvvisando anche sul set detta a Peppino una lettera che suona così:

Signorina,
veniamo noi con questa mia a dirvi, adirvi una parola, che scusate se sono poche 700mila lire; a noi ci fanno specie che quest’anno, una parola, c’è stata una moria delle vacche come voi ben sapete.: questa moneta servono a che voi vi consolate dei dispiacere che avreta perché dovete lasciare nostro nipote che siamo noi medesimo di persona vi mandano questo perché il giovanotto è su che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioè sul collo.

salutandovi indistintamente
fratelli Caponi ( che siamo noi)

La seconda lettera è quella che il duo Benigni-Troisi nel film del 1984 "Non ci resta che piangere" scrivono a Savonarola.
Il film è ambientato nel 1500.

Caro Savonarola,
Santissimo Savonarola, quanto sei bello, quanto ci piaci a noi due. Scusa le volgarità eventuali.
Santissimo, potresti lasciare vivere Vitellozzo, se puoi, Savonarola, e che è, oh…diamoci una calmata, eh , oh..e che è?
Qua pare che ogni cosa, ogni cosa uno non si può muovere che questo o quello, pure per te, oh. Noi siamo due personcine per bene che non facciamo male a nessuno, che non fa male nemmeno a una mosca, figuriamoci a un santone come te. Anzi no, no anzi varrai più di una mosca.

Noi ti salutiamo con la nostra faccia sotto i tuoi piedi, senza chiederti nemmeno di stare fermo, puoi muoverti quanto ti pare e piace e noi zitti sotto.
Scusa per il paragone tra la mosca e il frate, non volevamo minimamente offendere.
I tuoi peccatori di prima, con la faccia dove sappiamo, sempre zitti sotto.


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