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Corriere-Presidi contro la privacy: "Costretti a fare i medici"

SANITÀ Abolito il certificato dopo cinque giorni di assenza, meno presente il dottore a scuola. I sindacati: "Subit...

05/12/2005
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Corriere della sera

SANITÀ Abolito il certificato dopo cinque giorni di assenza, meno presente il dottore a scuola. I sindacati: "Subito un tavolo di confronto"
Presidi contro la privacy: "Costretti a fare i medici"
I capi d'istituto devono diagnosticare i casi di malattie infettive ma senza rivelare i nomi degli alunni
"Non siamo dottori". Devono organizzare corsi e piani dell'offerta formativa, controllare la sicurezza degli edifici scolastici e mantenere l'ordine. Ma sulla salute no, non vogliono deleghe. Presidi e medicina scolastica. Costretti a fare diagnosi, a scoprire allergie e intolleranze, a mandare i bambini a casa, ma senza rivelare il nome dell'alunno o il tipo di morbo: "C'è la privacy". Le norme regionali parlano chiaro: al capo di istituto viene chiesto di allontanare da scuola gli alunni "con sintomi che giustifichino il sospetto di malattie infettive", in particolare se si tratta di febbre e malessere, diarrea, esantema e congiuntivite purulenta. "Noi non abbiamo le competenze per riconoscere le malattie e curarle - spiega Gianni Gandola, a capo dell'elementare Mugello Mezzofanti -, ma di fatto il medico scolastico non c'è più. Se va bene lo vediamo una volta alla settimana, dato che ha lo stesso incarico in decine di edifici".
La protesta è tornata a montare dopo la mini-epidemia di salmonellosi che si è diffusa in alcune scuole del Lorenteggio, con presidi e insegnanti a difendere Anna Sandi, la dirigente dell'elementare di via Soderini (la scuola più colpita, con 11 casi), dalle accuse di non essere intervenuta in tempo. E a volere subito un incontro sul tema.
"È stato richiesto al provveditore Antonio Zenga - commenta Rita Frigerio, responsabile milanese della Cisl scuola - un tavolo di confronto tra dirigenti scolastici, amministrazione provinciale e Asl per definire le competenze sui problemi relativi alla salute dei bambini".
Aboliti i certificati medici per le riammissioni in classe, resta il malumore dei docenti cui sono state richieste "prestazioni speciali" in caso di diabete o allergie. "In alcune scuole - continua Rita Frigerio - vengono delegate alle maestre mansioni come la misurazione della glicemia, la predisposizione di un ambiente idoneo alla somministrazione dell'insulina. È vero che sono previsti corsi di formazione, ma anche questo è un modo per dare ai docenti compiti che loro non spettano". È d'accordo Pietro Calascibetta, preside della scuola media Rinascita: "Finché va tutto bene non ci sono problemi. Ma quando c'è un'emergenza, le cose cambiano. Siamo completamente scoperti".
Altro problema, la privacy. "Anche in caso di malattie infettive - continua Calascibetta - noi dobbiamo fare una comunicazione generica dicendo: "Si è verificato un caso di...". Nessuno sa chi ha contratto il virus, chi ha mangiato cosa, in quale famiglia ci siano certi problemi. Siamo tra l'incudine e il martello: siamo capi di istituto e responsabili della sicurezza, ma non abbiamo il potere di mettere in atto certe misure o chiedere interventi. Spesso ci si dimentica che la scuola è una comunità".

Annachiara Sacchi


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