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Corriere-Le scuole non rifiutino i clandestini"

funzionari dell'Istruzione: è un diritto per i minori anche se non regolari "Le scuole non rifiutino i clandestini" La circolare del ministero: obbligo anche per le superiori MILANO - Irreg...

18/01/2006
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Corriere della sera

funzionari dell'Istruzione: è un diritto per i minori anche se non regolari

"Le scuole non rifiutino i clandestini"

La circolare del ministero: obbligo anche per le superiori

MILANO - Irregolari, clandestini, senza fissa dimora, immigrati in attesa di permesso di soggiorno, "ultimi". Ma studenti. Dall'anno prossimo le scuole saranno "obbligate" ad accogliere tutti i giovani stranieri. Con o senza documenti. Lo spiega la circolare di iscrizione per l'anno scolastico 2006-2007: "I minori con cittadinanza non italiana hanno diritto all'istruzione nelle forme e nei modi previsti per i cittadini italiani, indipendentemente dalla regolarità della loro posizione di soggiorno". Anche i clandestini, dunque, potranno frequentare gli istituti statali d'Italia, superiori comprese (da settembre i primi tre anni rientreranno nell'obbligo scolastico). L'iscrizione, inoltre, potrà essere richiesta in qualsiasi momento dell'anno. "In realtà - spiega Mariolina Moioli, direttore generale per lo status dello studente al ministero dell'Istruzione - la carta dei diritti ha sempre garantito gli studi a tutti i minorenni. Quest'anno, però, abbiamo deciso di sottolineare quest'aspetto avvisando i presidi e inviando loro la circolare 93 del 23 dicembre 2005".
La scelta di ribadire espressamente la condotta da tenere con gli alunni stranieri è nata, fanno sapere da viale Trastevere, dopo anni di deregulation negli istituti del Paese: scuole che non accettavano i giovani clandestini, altre che, di conseguenza, ne avevano troppi, e una crescente disuguaglianza nella distribuzione dei giovani stranieri. "Deve essere chiaro a tutti - continua la dirigente del ministero - il diritto inalienabile alla formazione del minore, sia esso un bambino o un adolescente che vuole frequentare le superiori. Unico requisito, in quest'ultimo caso, il titolo di licenza media".
Sorride Bruna Sinnone, preside dell'istituto tecnico di Milano "Fabio Besta": "Lo confesso, io i clandestini li ho sempre presi, ma con un unico accorgimento: non li ho mai mandati in gita all'estero. Era troppo rischioso, non sarebbero più rientrati in Italia".
Con o senza permesso di soggiorno, resta il fatto che l'ultimo provvedimento legislativo che riguarda gli alunni di cittadinanza non italiana (sono circa 362 mila in tutto il Paese, con il primato di Lombardia, Veneto, Emilia Romagna), risale al Dpr numero 275 del 1999. "Serve una marcia in più", fa sapere Massimo Di Menna, segretario generale di Uil scuola. "La vera integrazione - continua il sindacalista - passa solo dalla scuola. Per riuscire in questo difficile cammino, però, serve un intervento più efficace nelle classi. Penso a mediatori linguistici e a corsi speciali di italiano. Solo così si potrà creare una società davvero libera, ed evitare episodi drammatici come quelli accaduti nelle banlieue francesi".
Proprio in questi giorni al ministero dell'Istruzione si sta lavorando a nuove linee guida per l'accoglienza in classe degli alunni stranieri. Saranno discusse nelle prossime settimane da un gruppo di lavoro nazionale composto da quindici esperti. Le novità al vaglio: iniziative personalizzate per l'apprendimento della lingua italiana, la formazione delle mamme straniere, lo studio dei flussi migratori per un "più equa distribuzione degli studenti". "Non possiamo creare classi ghetto - conclude Mariolina Moioli -, né di stranieri, tantomeno di italiani".

Annachiara Sacchi


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