Corriere-Fondi tagliati alle scuole? Pagano i genitori

capi d'istituto: tassa abolita e finanziamenti diminuiti del 40 per cento. Le aule del Berchet affittate il pomeriggio all'Università

Fondi tagliati alle scuole? Pagano i genitori

Contributi volontari da 80 a 200 euro per coprire i costi. I presidi: non abbiamo scelta

"I fondi sono sempre meno, i costi di gestione sono altissimi, la Provincia non paga più telefonate e telegrammi. Come facciamo?". I presidi delle superiori sono preoccupati: mancano pochi giorni alla fine delle iscrizioni (scadono il 25 gennaio), c'è da organizzare l'anno scolastico, da sistemare le classi, e da fare i conti con un'altra stagione di ristrettezze: "Saremo costretti a chiedere alle famiglie un piccolo contributo volontario". Che poi tanto piccolo non sarà: cento, ottanta, ma anche duecento euro all'anno da aggiungere alle spese per i libri, i viaggi di istruzione, gli stage, l'abbonamento ai mezzi pubblici. Caro-scuola e nuove disposizioni ministeriali: abolita la tassa erariale nei primi tre anni di superiori (da settembre rientraranno nella "scuola dell'obbligo") di 15,25 euro, resta dunque un obolo "per far andare avanti la baracca".
La giustificazione: laboratori, libretto, assicurazione per i ragazzi, fotocopie. Cifre onerose nei licei ma anche negli istituti tecnici e professionali: se i classici Berchet e Carducci chiedono cento euro all'anno, si arriva anche ai 110 del Torricelli, ai 140 dell'Itis Pasolini, fino ai 170 dello scientifico Volta. "Per forza - sbuffa Agostino Miele, a capo del turistico Gentileschi (120 euro di contributo) - il ministero ha tagliato i finanziamenti alla scuole del 40 per cento rispetto all'anno scorso". Gli fa eco Roberto Proietto, a capo dello scientifico Bottoni (fermo a 90 euro): "Già l'anno scorso avevano decurtato i finanziamenti. Se si vuole garantire una scuola di qualità, con lo psicologo per l'orientamento e i laboratori, l'unica via è questa".
Contributo volontario, viene ribadito dalle scuole. "I genitori lo sanno - commentano i professori - : chi non ce la fa non paga". La sorpresa: il classico Parini, il "liceo" per eccellenza, si è tenuto "basso" con 80 euro, mentre le cifre salgono nelle scuole di periferia: al Besta di via Don Calabria si sale a 120 euro "ma - viene assicurato - riusciamo a dare ai ragazzi anche le ore di conversazione in inglese".
C'è anche chi ha deciso di raggranellare qualche soldo extra scoprendosi imprenditore. Come Innocente Pessina, preside del classico Berchet, che ha deciso di affittare le aule di via Commenda all'università Statale per i corsi del pomeriggio: "È un modo spiega - per trovare qualche risorsa aggiuntiva. Dobbiamo ingegnarci, tanto più che la Provincia ha tagliato anche tutte le spese telefoniche: quando mandiamo i telegrammi a decine di supplenti, sono centinaia di euro che spendiamo di tasca nostra".
In alcune scuole si pagano cifre diverse a seconda degli anni: al Giorgi 80 euro ma solo dalla seconda in avanti, all'alberghiero Carlo Porta 90 euro in prima, 170 in seconda, 200 in terza, 145 negli ultimi due anni. Il premio per l'istituto più economico va al professionale Oriani Mazzini: "solo" 70 euro: "Teniamo conto dell'utenza", precisa il preside Luciano Pasqualotto. "Ma i professionali - commenta Clara Magistrelli, a capo del Caterina da Siena (cento euro) - hanno bisogno di più risorse rispetto ad altri indirizzi. Eppure continuano a tagliarci i fondi: avanti così e saremo costretti a ridurre i servizi".

Annachiara Sacchi