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Corriere-Ancora due settimane di tempo. Poi bisogna presentare la domanda di iscrizione

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10/01/2005
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Corriere della sera

Ancora due settimane di tempo. Poi bisogna presentare la ...

Ancora due settimane di tempo. Poi bisogna presentare la domanda di iscrizione per il prossimo anno scolastico. Scadenza martedì 25 gennaio, per tutti, dall'asilo al liceo. Quindici giorni per trovare "quello che fa la differenza" tra le scuole, e che trovi a stento nel pof (piano dell'offerta formativa) presentato da vicepresidi e professori sorridenti. Non sono bastati i consigli dei vicini e dei cugini, le "giornate aperte" e le "serate di orientamento", i depliant, i colloqui, le proiezioni statistiche sul lavoro più richiesto nel 2010. Il problema della scelta resta fino in fondo. Bisogna scegliere formule orarie e attività "opzionali, facoltative e gratuite". È meglio fare 891 ore annue e 99 opzionali senza le 330 di mensa o 990 con un solo rientro alla settimana e con 99 ore di mensa? Modalità e moduli semplificati al massimo sono scaricabili da www.istruzione.it.

SCUOLA DELL'INFANZIA - L'iscrizione prima dei tre anni d'età resta una chimera per molti. I genitori possono far domanda, ma hanno la precedenza i piccoli che compiono tre anni entro il 31 dicembre 2005.

SCUOLA PRIMARIA - Si aggiunge un altro mese di anticipo: potranno frequentare la prima elementare, su richiesta dei genitori, i bambini che compiranno sei anni entro il 31 marzo 2006 (lo scorso anno era al 28 febbraio). Alle famiglie spetta la scelta dell'articolazione oraria più congeniale: 27 ore settimanali obbligatorie più le 3 ore opzionali.

MEDIA - Come per la primaria, le famiglie potranno richiedere, al momento dell'iscrizione, la frequenza ad una o più attività opzionali. Da scegliere, ci sarà anche la seconda lingua straniera obbligatoria. I modelli ministeriali sono due: "scuola minima" con 27 ore settimanali e "scuola allungata" con 27 più 6 ore opzionali. Ma le varianti offerte dalle scuole sono molte: la più gettonata offre una settimana con 30 ore di lezioni, un rientro pomeridiano e il sabato libero.

SUPERIORI - La delega per l'emanazione dei decreti legislativi di attuazione della riforma doveva scadere il 17 aprile prossimo, invece è arrivata un proroga di altri sei mesi. Risultato? Stessi licei e istituti tecnici e professionali, qualche sperimentazione di riforma qua è là ma nessun cambiamento sostanziale. Si apre invece la grande partita dei corsi di formazione. In pratica, ai ragazzi in uscita dalla scuola media, si presentano i seguenti percorsi formativi: l'istruzione nei licei, istituti tecnici e professionali, l'istruzione e formazione professionale nei corsi sperimentali attivati a livello regionale e l'apprendistato professionale (solo per ragazzi che hanno compiuto i quindici anni).

DIRITTO-DOVERE - I presidi saranno tenuti ad incrociare i dati tra coloro che stanno frequentando la terza media e coloro che hanno presentato la domanda per proseguire gli studi, nel canale dell'istruzione o in quello della formazione. Ma la circolare non dice nulla sulle eventuali sanzioni per chi dovesse interrompere gli studi.
Uno studio dell'Università statale di Milano: bisogna fidarsi degli insegnanti. L'orientamento proposto dai prof delle medie funziona bene, eccome. Dal punto di vista delle strette attitudini disciplinari, "vedono" giusto, sanno consigliare bene i ragazzi verso il tipo di scuola superiore da scegliere. Ma poi, irrompono le tradizioni di famiglia. Che fare? Fidarsi dei prof e provare a non contare troppo sulla filiera nonno/padre/figlio dottore? Insomma, quanto pesa il prestigio della famiglia sulle scelte scolastiche? Tanto. Ma un'accurata ricerca consiglia di dar più peso al giudizio degli insegnanti. Il rapporto annuale del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (www.cnel.it) ha dedicato uno studio sulle relazioni tra scuola e mondo del lavoro. L'analisi, curata da Daniele Checchi dell'Università degli studi di Milano, dice appunto che gli insegnanti delle medie orientano bene. Ma anche che molti studenti frequentano la scuola che in qualche modo appartiene alla "storia sociale" della famiglia. Chi ha fatto il classico, orienta molto spesso i figli al classico, un diplomato orienta il figli all'istituto tecnico. "La scelta del tipo di scuola secondaria non dipende dal genere (se maschio o femmina) dello studente, ma piuttosto dall'istruzione dei genitori: genitori più istruiti sono più inclini a mandare i loro figli ai licei, ed in seconda battuta ad un istituto tecnico". Quando la coppia dei genitori è scarsamente scolarizzata, lo studente ha la metà delle probabilità di ritrovarsi in un istituto professionale, mentre se tra i genitori almeno uno dei due è laureato si ritrova con una probabilità superiore al 60 per cento di finire in un liceo.
Giuseppe Tesorio


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