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Caro ministro, si fidi della scuola

Marilena Adamo

24/11/2011
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ScuolaOggi

"Caro Ministro Profumo, credo che in questi giorni in tanti le diano suggerimenti, le propongano collaborazioni, le sottopongano problemi. Io vorrei dirle una cosa sola prima di essere travolti, come sarà inevitabile, dalle tante urgenze di una quotidianità che la gestione che eredita ha reso per tanti versi drammatica. Si fidi della scuola, delle sue risorse interne, delle professionalità che vi operano, all'interno o a fianco,della sua generosità; cancelli insomma da subito il messaggio, peggiore perfino di tutti i pesantissimi  tagli subiti, che è arrivato negli ultimi tre anni "siete solo un costo, anzi uno spreco" e intrapprenda quindi la strada che avrebbe dovuto essere imboccata allora: le chieda aiuto riconoscendone autonomia e senso di resposabilità. Perchè siamo tutti consapevoli che non potrà fare miracoli e che la situazione economica è davvero grave, ma le politiche fatte finora - tagli lineari centralizzati e gestione burocratica ministeriale -ha reso sudditi chiamati solo ad obbedire quelli che avrebbero dovuto/potuto/saputo invece partecipare a qualificare pur nelle ristrettezza la nostra scuola. Ha una bussola chiara per questo, l'Autonomia scolastica che la Costituzione riconosce insieme alle autonomie locali. Torni a farla vivere. Certo non potrà restituire da subito gli 8 miliardi inutilmente sottratti, senza criteri, senza regole, ma qualche passo che segni un'inversione di tendenza sì : rinviare di un anno gli ultimi accorpamenti lasciando che siano le Regioni e i territori a verificare con le scuole le soluzioni migliori, pagare una tranche dei debiti che il Tesoro ha accumulato nei loro confronti per permettere almeno il funzionamento decoroso, rendere operativo quanto votato recentemente dalla Camera sull'8 per mille, fermare le ultime decisioni di dubbia costituzionalità infilate nel maxi emendamento alla legge di stabilità, permettere ed agevolare tutte le forme di partecipazione di genitori,studenti, realtà del territorio che si sono sentite estromettere anche quando volevano dare una mano, dai bisogni più elementari all'arricchimento qualitativo dell'offerta formativa Nella società italiana si muove non solo l'indignazione, ma  anche un sentimento di civismo nuovo, richiamato dallo stesso Presidente Monti nel suo discorso di programma alle Camere, un desiderio di sapere e di partecipare anche per fare, insieme, che deve trovare da subito un riscontro positivo da parte delle istituzioni. Così peraltro sta avvenedo in molte città in cui i Comuni affrontano l'emergenza economica non chiusi in un bunker, ma aperti al contributo di idee e di azioni dei cittadini. " L'Italia deve investire sui suoi talenti....sarà necessario mirare all'innalzamento dei livelli di istruzione.....i giovani sono il fine ultimo della nostra azione..."Così leggiamo tra le priorità indicate nel breve ed efficace programma di governo.Bene, questo si chiama sistema della scuola pubblica e suoi risultati, qualitantivi e quantitativi. Sperimenti insomma con la scuola che rigore, equità e crescita si possono perseguire, insieme.

 


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