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Cari prof, restituite 150 euro. .Bufera nel Pd e fra i ministri

Il Tesoro impone il taglio

08/01/2014
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La Stampa

In mezzo ci sono i prof a cui il Ministero dell’Economia ha decurtato 150 euro al mese ma nel frattempo il governo si è spaccato e nel Pd non se la passano molto bene. La vicenda è iniziata a fine anno con una nota del Ministero dell’Economia che ha gettato nello sconforto gran parte degli insegnanti. Si chiedeva la restituzione degli scatti di stipendio già pagati nel 2013. Il recupero sarebbe avvenuto da gennaio con rate mensili di 150 euro lordi fino a estinguere il debito. Vittime designate, i prof che hanno maturato nel 2013 il diritto allo scatto di anzianità (già con un anno di ritardo a causa del blocco dell’anno 2012): devono restituire i soldi e tornare anche alla classe di stipendio precedente. Tutto però ha origine nel maggio del 2010 quando si è nel pieno del governo Monti. Con un decreto legge si bloccavano gli scatti degli stipendi dei prof per tre anni (poi ridotti a due) offrendo però la possibilità di sbloccarli se ilMiur avesse trovato al suo interno le risorse necessarie. «E’ un modo per evitare che i problemi di ogni comparto vengano pagati da tutti», spiegano alMef. Si è riusciti a trovare le risorse per salvaguardare gli scatti del 2010 e del 2011. Si era ad un passo dall’aver trovato la soluzione (a caro prezzo per le scuole) per coprire anche quelli del 2012. Nel frattempo il contratto nazionale firmato da Gilda, Cisl, Uil e Snals permetteva di iniziare a pagare gli scatti dal marzo del 2013. Il 27 dicembre arriva la nota del Mef che chiede la restituzione proprio di quegli scatti, e provoca una sollevazione generale. Innanzitutto i sindacati: dalla Cgil alla Cisl alla Uil ma anche Anief e Gilda, tutte le sigle si ribellano, si minaccia lo sciopero. Ma ancora non basta. È quando la partita diventa politica che si crea anche una spaccatura nel governo. Mila Spicola, insegnante ma anche renziana della prima ora e componente della direzione nazionale delPd, lancia una petizione rivolta al premier e soprattutto lancia l’allarme fra i renziani. Il sostegno ufficiale del partito arriva nel primo pomeriggio di ieri quando Davide Faraone, anche lui renziano di ferro, responsabile Scuola e Welfare del Pd, dichiara. «Siamo all’assurdo: dopo i diritti acquisiti e i diritti offesi, siamo giunti ai diritti restituiti. Mi auguro che tutto ciò sia un equivoco». Non lo è.Ormai sono le cinque di pomeriggio, anche la ministra Maria Chiara Carrozza si schiera a favore dei prof e chiede al suo collega di governo Saccomanni di sospendere il recupero degli scatti del 2013 e di farlo anche con urgenza perché nei prossimi giorni si procederà ai conteggi per gli stipendi di gennaio. La risposta del Mef è durissima e richiama proprio ilMiur alle sue responsabilità. Il recupero è «un atto dovuto». Il Dpr entrato in vigore il 9 novembre ha esteso il blocco degli scatti a tutto il 2013 e quindi queste somme già erogate - per un vuoto legislativo durato alcuni mesi - vanno recuperate. «Se poi il ministro Carrozza all’interno del suo dicastero riesce a individuare economie, razionalizzazioni di spesa che consentono di recuperare una cifra sufficiente da utilizzare per il pagamento dello scatto in questione, ovviamente questo si farà». Finora, infatti, si è riusciti a garantire gli scatti tagliando i fondi d’istituto e attingendo ai risparmi derivanti dai tagli ai prof. L’ultima parola della giornata spetta aRenzi.Alla trasmissione «Otto e mezzo» boccia ancora una volta il governo: «Non stiamo su Scherzi a parte, non puoi dare dei soldi e poi chiederli indietro ».


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