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Caos Bes, tra bisogno e burocrazia

Attesa una circolare che innesti la retromarcia

19/11/2013
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ItaliaOggi

 di Giorgio Candeloro  

 

La recente conversione in legge del decreto istruzione ha reso obbligatoria la formazione di tutti i docenti italiani sui Bes, con lo stanziamento allo scopo di 5 milioni di euro per il 2014. Introdotta in Italia dalla direttiva Miur del 27 dicembre 2012, l'espressione «Bisogni educativi speciali» riprende una definizione dell'Organizzazione mondiale della sanità che definisce un'area dello svantaggio scolastico più ampia di quella del deficit, ritenendo che in ogni classe vi siano alunni bisognosi di attenzione particolare per vari motivi: svantaggio sociale e culturale, disturbi dell'apprendimento, difficoltà linguistiche. La sigla identifica quindi gli alunni per i quali il principio della personalizzazione dell'insegnamento, sancito per tutti dalla legge 53/2003, deve essere applicato in modo più accentuato e intensivo. Nel marzo scorso il Miur ha emanato una circolare con le indicazioni applicative della direttiva sui Bes , che ha suscitato forti perplessità tra i docenti. Molti temono che la normativa imponga un appesantimento burocratico del lavoro degli insegnanti e sia un modo per giustificare ulteriori tagli ai docenti di sostegno. In effetti sia la direttiva che la nota successiva permettono, in alcune situazioni di handicap lieve, di non certificare la disabilità e di sostituire il lavoro del docente specialista con i cosiddetti «interventi dispensativi e compensativi», cioè con una didattica semplificata approntata dal consiglio di classe per gli alunni identificati come Bes. Si prevede inoltre l'obbligo di redazione in ogni scuola di un «Piano annuale per l'inclusione», riferito a tutti gli alunni con BES e affidato ad un' apposita commissione di docenti (Gruppo di lavoro sull'inclusione) , che assorbe in parte le competenze che la legge 104/1992 attribuisce al GLH (Gruppo di lavoro sull'handicap) di istituto. Molti si chiedono se una circolare possa modificare una legge dello Stato, la 104 appunto. Le polemiche non si placano e intanto si attende un'ulteriore circolare esplicativa del Miur, data per imminente in ambienti ministeriali. Stando ad alcune anticipazioni il nuovo documento costituirà, se non una retromarcia, un rallentamento della corsa alla certificazione dei Bes. Il nuovo documento ministeriale, infatti, dovrebbe ribadire che le procedure di individuazione della disabilità continueranno ad essere disciplinate dalla 104/92 mentre l'intervento sui bisogni educativi speciali potrà avvenire solo in presenza di una richiesta delle famiglie o dell'unanimità del consiglio di classe, con l'adozione di un Piano didattico personalizzato. Una vera girandola di circolari, note, precisazioni, rettifiche e ripensamenti su una questione delicatissima e complessa, che andrebbe forse affrontata anche in termini strettamente pedagogici ed educativi. Ci si può chiedere ad esempio se rientri tra le competenze di un team di insegnanti lo stabilire il confine tra un portatore di handicap e un alunno «solamente» Bes, compito chiaramente diagnostico-clinico e non certamente didattico e che rischia di trasformare gli insegnanti in operatori della diagnosi, per giunta incompetenti. O infine se nella scuola italiana non sia in atto la trasformazione della didattica in un processo di continua osservazione, definizione e catalogazione degli alunni per evidenziarne più i sintomi e i problemi che le potenzialità e le opportunità di crescita.


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