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Aspiranti prof all’Università: la coda degli abilitati dura vent’anni

Dopo i ricorsi, in arrivo i nuovi bandi ma solo 4 su cento abilitati hanno avuto il posto

15/11/2014
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Corriere della sera

Leonard Berberi lberberi@corriere.it

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Per assumerli tutti ci vorrebbero almeno vent’anni. Come minimo. E questo vale soltanto per quelli della tornata 2012. Perché poi in altrettanto tempo si dovrebbero «smaltire» quelli del 2013. Quindi quelli che ce la faranno a superare l’appuntamento del 2015. Messi da parte i ricorsi, le sentenze del Tar e gli appuntamenti con il Consiglio di Stato che cosa resta della prima tornata dell’Abilitazione scientifica nazionale (la tappa da superare se si vuole concorrere per una cattedra accademica), quella avviata nel 2012 e terminata – tra molte proroghe – pochi mesi fa? Il Corriere della Sera ha analizzato le «offerte di lavoro» messe a disposizione dagli atenei pubblici, privati e telematici dal 1° gennaio di quest’anno allo scorso ottobre. E ha scoperto che alla fine di tutto resta un sito, quello dei bandi aperti dagli atenei italiani, che fino al 31 luglio 2015 (ripetiamo: 2015) mette a disposizione 1.326 posti di lavoro come docenti ordinari e associati. Milletrecentoventisei posizioni per 22.717 abilitati. Cioè meno di sei posti ogni cento aspiranti professori. E gli altri 94? Dovranno aspettare altri bandi. O tentare fortuna all’estero. O rinunciare alla carriera accademica e fare tutt’altro. Perché chi resterà fuori dovrà poi «lottare» con quelli abilitati nella tornata del 2013 e del prossimo anno. E l’abilitazione dura cinque anni, poi bisogna ricominciare.

La lotteria del posto

Insomma, una lotteria. Soprattutto per chi aspira a diventare professore di prima fascia (ordinario): a fronte di 7.159 abilitati dell’Abilitazione scientifica nazionale del 2012, i posti offerti – fino al 31 maggio 2015 – sono soltanto 109. Tradotto: ce la farà uno su sessantasei. L’1,5 per cento. Va un po’ meglio, si fa per dire, per chi vuole concorrere per una posizione da docente di seconda fascia (associato): fino al 31 luglio prossimo i bandi aperti da Nord a Sud, mettono a disposizione 1.217 posti. Presi gli abilitati per questa fascia (15.558) vuol dire che troverà una cattedra un aspirante prof su tredici, il 7,8 per cento. Tutti gli altri in attesa di nuovi spiragli.

Un costo stratosferico

Poi, calcolatrice alla mano, tocca fare anche un po’ di conti su quanto abbiamo pagato – al netto degli stipendi e dei costi delle procedure di selezione avviate dalle singole università – per trovare 1.326 nuovi docenti. E qui i numeri sono ancora più importanti. Perché se la prima tornata dell’Abilitazione scientifica è costata 126 milioni di euro questo vuol dire che per ogni abilitato che è riuscito a firmare un contratto (da ordinario o da associato) lo Stato alla fine avrà dovuto sborsare 95.022,62 euro. I lavori della tornata del 2013 Dallo scorso 7 ottobre è iniziata la pubblicazione degli esiti della seconda tornata dell’Asn, quella del 2013. I lavori non sono conclusi: diverse commissioni – anche a causa delle ordinanze del Tar che hanno riammesso candidati ritenuti non idonei nell’appuntamento del 2012 – stanno ancora valutando i titoli degli aspiranti professori. Chi verrà abilitato se la dovrà vedere con altri 21.391 colleghi (e concorrenti) della tornata precedente

La posizione dei rettori

«Quello che vediamo sono le conseguenze di scelte politiche fatte negli anni passati e che hanno portato alla riduzione del personale negli atenei», commenta Stefano Paleari, presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane. «Quest’anno avevamo l’obbligo di rispettare il turnover del 2013 fissato al 20%: ogni dieci pensionamenti abbiamo potuto assumere soltanto due docenti. Andrà meglio nei prossimi mesi visto che per 2014 la quota sale al 50%, ma non è comunque sufficiente». Insomma: assumerli tutti non si può. Non ora. Anche se qualche spiraglio, secondo Paleari c’è: «Nella manovra finanziaria del governo si inizia a stabilizzare il finanziamento agli atenei».


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