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AprileOnLine: Scommettiamo sulla scuola (pubblica)

Il settore che ad ogni tornata elettorale viene corteggiato e poi, alla prova dei fatti, sistematicamente illuso e ingannato è quello della scuola pubblica

08/01/2008
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Aprileonline

Mirko Grasso,

Ex libris Seppure con molte cose ancora da risolvere, l'attuale legislatura sta muovendo qualche passo importante rispetto al governo Berlusconi nel settore dell'istruzione. Un libro di Marco Imarisio consente di analizzare meglio la situazione, attraverso le testimonianze dirette di molti insegnanti, di ruolo e precari

Il settore che ad ogni tornata elettorale viene corteggiato e poi, alla prova dei fatti, sistematicamente illuso e ingannato è quello della scuola pubblica. È accaduto con il governo Berlusconi, che entrerà nella storia anche per aver minato e messo in ginocchio la scuola italiana, grazie alla tenace politica della Moratti.

Con questa legislatura, invece, alcune cose buone sono state fatte, altre attendono attuazione, altre ancora fanno innescare un passo di gambero. Sicuramente tre sono i campi nei quali, a fine mandato, si potrà fare la differenza con il centro-destra: assunzioni nel corpo docente, innovazione scientifica e tecnologica, laicità. Tre settori che possono segnare una differenza nell'azione politica e culturale, e che è necessario concretizzare e rafforzare constatato lo scempio degli anni precedenti.

Il campo delle assunzioni e quello dell'innovazione è strettamente connesso all'esistenza stessa e alla competitività della scuola pubblica. Accertato che nessun governo compie una vera e propria marcia indietro nei confronti dei finanziamenti alle scuole private (quasi sempre cattoliche), e visto che ad ogni finanziaria, di qualsiasi colore, il settore che rischia più degli altri è quello pubblico, scuola compresa, si può scommettere che le famose 150.000 immissioni in ruolo di docenti pensata per tre anni scolastici non arriveranno a coprire i pensionamenti o a eliminare il precariato: i sindacati offrono questa proiezione. È necessario quindi intervenire in questo campo perché dalla scuola pubblica può ripartire una ondata di ottimismo che, con le parole del Presidente della Repubblica, potrà accompagnare e spingere la ripresa dell'Italia contro ogni forma di declino, sia esso economico o culturale.

L'altro campo che dovrebbe fare la differenza con la passata stagione politica è quello della laicità: condizione necessaria e fondamentale anche per la nostra scuola che diviene, come tutta la società, multiculturale e plurietnica. Non si tratta di rispolverare le armi del vecchio anticlericalismo, considerando tuttavia una vera e propria crescita dell'aggressività e dell'ingerenza nella politica delle gerarchie ecclesiastiche, ma di ragionare con un minimo di buon senso, razionalità, senso critico dell'esistenze. La sfida è aperta e ci sono le premesse per vincere.

Siccome è sempre meglio ragionare ed orientarsi con dati alla mano e testimonianze dirette, sarebbe utile rifarsi al volume di Marco Imarisio "Mal di scuola" (Bur, pp. 191, € 9.80). Il libro non è una vera e propria inchiesta sulla scuola, ma un viaggio affascinate, emozionante e terribile fatto nella scuola italiana, costruito tramite testimonianze dirette di docenti (di ruolo e precari), di anziani e di giovani che parlano di un mestiere importante, spesso sottovalutato e sempre sottopagato. Il quadro che, esce da questi racconti, raccolti con pazienza dall'autore, è quello di una categoria, quella degli insegnanti, necessaria al paese ma esposta ad una serie di attacchi, dai genitori agli studenti, e alle prese con una società in continuo cambiamento. Saltati i vecchi canali dell'educazione, la famiglia in prima analisi, spesso vengono riversate tutte le responsabilità al sistema scolastico, come se la scuola non vivesse e non si alimentasse dalla e per la società.

Tuttavia non tutte le esperienze sono negative. A differenza di quanto la stupidità del sistema televisivo propone ad ondate periodiche, la scuola italiana è fatta anche di significativi successi, di riusciti processi di integrazione, di solidarietà e progresso. Di tutto questo parla il libro di Imarisio che andrebbe letto e diffuso. L'autore, nella quarta di copertina, riporta in maniera emblematica una pensiero di Derek Bok, ex presidente dell'Università di Harvard. "Se pensate che l'istruzione sia costosa, provate con l'ignoranza".


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