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Aprileonline: Riforma e tagli, il nuovo anno porterà 25600 posti in meno

Si comincia a delineare l'entità dei tagli che il governo produrrà nella scuola a partire dal prossimo 1° settembre

26/02/2010
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Aprileonline

Aumentano gli alunni ( +7.700), ma saranno più concentrati nelle classi e avranno meno ore lezione. "Quelle che la ministra Gelmini definisce riforme - ha sottolineato il leader Flc-Cgil Pantaleo - si traducono esclusivamente in tagli pesantissimi senza alcuna logica di cambiamento organizzativo, didattico e di programmi. Si peggiora di giorno in giorno la qualità dell'apprendimento, negando alle nuove generazioni il diritto allo studio"

Si comincia a delineare l'entità dei tagli che il governo produrrà nella scuola a partire dal prossimo 1° settembre: a seguito dell'entrata in vigore della riforma secondaria, che porterà dei nuovi corsi con meno ore settimanali di lezione, ma anche l'opera di dimensionamento degli istituti, con i più piccoli che verranno eliminati o assorbiti dai maggiori, e l'innalzamento del rapporto alunni-classi, l'amministrazione produrrà una riduzione complessiva di organico di 25.600 unità.

La manovra, che attua quanto previsto nell'art. 64 della legge 133/2008, è stata confermata dai dirigenti del ministero dell'Istruzione ai sindacati di comparto durante l'ultimo incontro a viale Trastevere. E quest'ultimi non l'hanno presa bene: soprattutto perché, hanno fatto notare le organizzazioni sindacali, nella stessa riunione è stato confermato che complessivamente l'andamento degli alunni si tradurrà in un incremento di circa 7.700 unità.
Per il prossimo anno scolastico, nelle scuola primaria il Miur ha quantificato un incremento complessivo, su tutto il territorio nazionale, di 14.800 bambini; nella scuola secondaria di 1° grado l'aumento sarà di 10.000 alunni; in calo, invece, gli iscritti in quella secondaria di 2° grado, dove si prevede un decremento di 17.000 studenti.

Secondo la Uil Scuola non ci si può fermare però ai ‘freddi' numeri: "Un problema straordinario come questo - si legge in una nota redatta dal sindacato guidato da Massimo Di Menna - non può essere affrontato e gestito con sistemi e strumenti tradizionali: bisogna agire sull'istituzione di un organico funzionale, per un uso flessibile delle risorse professionali che potranno derivare da situazioni di esubero".
"E soprattutto - continua il sindacato - bisogna partire dalle esigenze di funzionamento delle singole istituzioni scolastiche, verificando scuola per scuola eventuali situazioni di criticità legate al numero degli alunni per classe a alla nomina dei supplenti. E' su questi aspetti che valuteremo la capacità dell'amministrazione di gestire tutta la fase di determinazione degli organici rispettando l'esigenza di funzionalità delle scuole".

Critiche ancora più forti all'operato dell'amministrazione sono arrivate oggi dalla Flc-Cgil: "Gli effetti di questa nuova tranche di tagli - ha scritto il sindacato di via Leopoldo Serra - sono già noti: meno scuola, meno qualità, meno sicurezza per effetto dell'aumento degli alunni per classe, più docenti che perderanno la propria sede di lavoro, più personale precario che non lavorerà il prossimo anno scolastico".

"Quelle che la ministra Gelmini definisce riforme - ha sottolineato il leader Flc-Cgil Pantaleo - si traducono esclusivamente in tagli pesantissimi senza alcuna logica di cambiamento organizzativo, didattico e di programmi. Si peggiora di giorno in giorno la qualità dell'apprendimento, negando alle nuove generazioni il diritto allo studio".
Pantaleo entra anche nello specifico di quelli che reputa i grandi limiti della ‘razionalizzazione' delle spese imposta dall'amministrazione al comparto scuola: "i regolamenti sulla secondaria superiore - sostiene - peraltro non ancora pubblicati e quindi privi di qualsiasi efficacia (presenti però sul sito del Miur ndr), hanno come unica logica quella di ridurre le ore d'insegnamento e il numero delle materie, nonché la cancellazione di tutte le sperimentazioni".
"Nella primaria, dopo avere demolito l'esperienza del modulo innovativo dei tre insegnanti sulle due classi, il prossimo anno - continua il sindacalista - ci sarà meno tempo pieno e, sopratutto, l'impossibilita' di garantire il modulo delle 30 ore.
Si svuota di ogni contenuto culturale e didattico l'obbligo scolastico, le scuole sono senza soldi e molti edifici scolastici cadono a pezzi o sono insicuri".

Il segretario dei lavoratori della conoscenza ha quindi confermato che è giunto il momento "di ribellarsi al massacro della scuola pubblica. Per queste ragioni - ha dichiarato - attiveremo in tutte le scuole assemblee permanenti aperte a studenti, genitori, associazioni e precari: lo sciopero generale del 12 marzo sarà solo la prima importante tappa di una mobilitazione - ha concluso Pantaleo - sempre più ampia con forme di lotta sempre più clamorose".


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