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Aprile on line-La conoscenza è un bene comune, laico e pubblico

La conoscenza è un bene comune, laico e pubblico Commenti.Dalle riflessioni che hanno attraversato i lavori del Cantiere, ai tavoli programmatici dell'Unione Nicola Tranfaglia La conoscenz...

30/11/2005
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Aprileonline

La conoscenza è un bene comune, laico e pubblico
Commenti.Dalle riflessioni che hanno attraversato i lavori del Cantiere, ai tavoli programmatici dell'Unione
Nicola Tranfaglia

La conoscenza è un bene comune e, come tale, non può essere che laico e pubblico.
Questo afferma la nostra Costituzione che venne scritta da uomini e donne legati al patrimonio storico emerso sessant'anni fa dalla lotta contro il fascismo.
Cattolici democratici, liberali, socialisti e comunisti.
Che cosa resta oggi di quel patrimonio e di quelle idee di fondo?
A leggere quello che è emerso dal lavoro del Cantiere delle riviste è rimasto molto.
La consapevolezza del fatto che le idee di eguaglianza e di democrazia non hanno senso se non si esprimono in una formazione e istruzione che si dà a tutti e nell'aiuto necessario ai più meritevoli percorre le relazioni che hanno dato vita al dibattito.
E' sempre più limpida la consapevolezza che il compito della scuola è quello di formare cittadini preparati di fronte ai cambiamenti del mondo e alle grandi trasformazioni in atto e che questo deve avvenire nel senso della partecipazione alla cittadinanza comune e alla democrazia.
C'è dunque un duplice aspetto da osservare nell'intervenire in questo settore: da una parte, l'idea che agli italiani si deve prospettare una istruzione avanzata e aperta a tutti senza distinzioni di classe: dall'altra, la coscienza del fatto che si tratta dell'investimento più importante per l'Italia del futuro.
Certo c'è il problema di un sapere critico in continuo divenire che ha bisogno di essere continuamente ridefinito e discusso all'interno e all'esterno delle istituzioni scolastiche.
Quel che colpisce l'osservatore è che un simile argomento che costituisce il centro delle riflessioni che hanno attraversato i lavori del Cantiere sembrano assai poco presenti nei lavori programmatici in corso nei tavoli dell'Unione.
Come si spiega una simile situazione? Si ritiene che in fondo la riforma Moratti si possa soltanto ritoccare e correggere in qualche punto? Che il problema non sia quello di ripartire daccapo con un progetto complessivo sull'istruzione e che altri temi come quelli presenti nei giorni scorsi su alcuni grandi giornali debbano avere la precedenza?
Eppure nella scuola sono impegnati nove milioni di persone,non si tratta di un problema secondario o marginale.
Speriamo caldamente che non sia così ma se così fosse l'elettore di centro-sinistra si troverebbe in grave difficoltà. Contano più le liberalizzazioni che il futuro dei nostri figli? Il dilemma è di sicuro improponibile


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