Torino. Presidi indagati, scoppia la rivolta
Proteste per l’inchiesta sulla sicurezza nelle scuole
di Maria Teresa Martinengo
Il giorno dopo la notizia dei due colleghi indagati per le carenze riscontrate negli istituti Vittorini di Grugliasco e Pascal di Giaveno, i presidi reagiscono. Tutte le più importanti sigle sindacali e associazioni di categoria fanno fronte comune contro quella che viene ritenuta una contestazione ingiusta.
L’appello
«Alla responsabilità di cui sono stati investiti i colleghi indagati non corrisponde una reale possibilità di verifica né di intervento», hanno scritto alla Direzione Scolastica generale regionale Emanuela Zoia (Flc-Cgil), Gian Battista Cattaneo (Cisl), Lorenza Patriarca (Uil), Mario Perrini (Anp), Sabatino D’Alessandro (Snals), Tommaso De Luca (Asapi), Nicola Puttilli (Andis).
In pratica, un appello al ministero dell’Istruzione perché non lasci soli, con problemi irrisolvibili, i responsabili del funzionamento delle scuole.
Azione repressiva Al direttore reggente, Silvana Di Costanzo, i presidi chiedono di promuovere un incontro urgente con gli enti locali, proprietari degli edifici, e con i responsabili dei controlli, Asl e vigili del fuoco, «per definire modalità di gestione uniformi sul territorio riguardo alle crescenti problematiche in tema di sicurezza che affliggono le nostre scuole». Ancora: «Chiediamo che la Direzione, con il supporto dell’Osservatorio regionale sicurezza, si faccia parte attiva nel coordinamento per provare a far prevalere l’azione collaborativa su quella repressiva che oggi sembra l’unica risposta degli organi di controllo all’inadeguatezza degli edifici scolastici».
Gli adempimenti L’Associazione delle scuole autonome, Asapi, sottolinea che «il decreto legislativo 81 non ha mai avuto le necessarie norme attuative per l’istruzione e le scuole si debbono arrabattare continuamente per poter adempiere ad obblighi per i quali non ci sono né soldi, né risorse. Esempi sono le ultime incombenze: i controlli dell’alcol-dipendenza e la formazione obbligatoria di tutti i lavoratori». Ancora: «L’Asapi si augura che si risolvano al meglio le indagini nell’interesse della sicurezza degli studenti, ma che sia anche riconosciuto il limite di intervento dei dirigenti scolastici, superando al più presto la loro insostenibile condizione di indagati». Per il presidente regionale dell’Anp Mario Perrini «va restituita al più presto serenità alla scuola. I presidi garantiscono il servizio e ricevono avvisi di garanzia e multe, ma se chiudessero la scuola sarebbero denunciati per interruzione di servizio». Gianni Oliva, preside dei licei Cavour e D’Azeglio: «Dobbiamo riunirci in assemblea per spiegare ai cittadini che non possiamo avere le responsabilità di un dirigente del settore privato senza averne i mezzi». Aggiunge, Oliva, che «un preside a fine carriera guadagna meno di tremila euro. Forse dovremmo incrociare le braccia...».