Scuola, supplenti ancora senza stipendio
I supplenti senza stipendio e la Cgil prepara le ingiunzioni
Chiara Affronte
C’è chi arriva agli sportelli del sindacato dicendo che non riesce più a pagare l’affitto, chi comincia a faticare a fare la spesa. Sono gli insegnanti precari che aspettano da mesi il loro stipendio e in alcuni casi anche il pagamento delle ferie non godute precedenti il 6 luglio. «Se si trattasse di un privato si sarebbero già portati i libri in tribunale, ma siccome siamo nel pubblico bisogna accettare tutto?», tuona Raffaella Morsia della Flc-Cgil regionale. Il motivo del mancato pagamento degli stipendi è banale e grave: non funziona il sistema informatico sul quale devono essere caricati i nominativi dei lavoratori da pagare. Docenti precari ma anche dirigenti neo-immessi in ruolo che vengono ancora retribuiti come se fossero insegnanti, fa sapere la segretaria della Flc-Cgil di Bologna Francesca Ruocco. Se in entrambi i casi si tratta della negazione di un diritto basilare, è evidente che nel caso dei supplenti precari le conseguenze concrete sono peggiori. In questa regione si aggiunge la particolarità delle zone del sisma: «I supplenti non vogliono più andarci: devono cercarsi con fatica una casa in affitto senza essere pagati», racconta Morsia. «Da un anno è stato deciso, in accordo con i sindacati, di far partire le retribuzioni direttamente dal ministero del Tesoro ma ancora il sistema non funziona», spiega ancora la sindacalista. E quando va è così lento che per le segreterie inserire anche un solo nominativo diventa una procedura lunghissima. Per questo tutte le scuole sono molto indietro sull’aggiornamento dei dati. Il passaggio è stato fatto per più motivi: sia nell’ottica della dematerializzazione dei documenti (come è avvenuto nel caso delle iscrizioni alle scuole che vengono fatte on line) e quindi del risparmio, sia per ovviare all’incombenza degli istituti che talvolta non riuscivano a pagare gli stipendi dei supplenti perché tardavano a ricevere le risorse dal Ministero. Lunedì era stato “promesso” lo sblocco del sistema per ieri mattina, fa sapere Ruocco dopo avere avuto un confronto con la ragioneria dello Stato di Bologna. Ma nel pomeriggio ancora non funzionava. «Stiamo continuando ad adoperarci in queste ore, dal livello nazionale a quello territoriale, per chiedere delle emissioni speciali e sbloccare la situazione in modo da consentire, innanzi tutto, il pagamento dei supplenti, ma anche quello di altre spettanze residue», riferisce Ruocco. Che insiste: «È inutile introdurre innovazione informatica se poi non si è in grado di far funzionare questi sistemi, che prima andrebbero testati e poi resi operativi». Non essere pagati dall’inizio dell’anno, per molti precari, significa «avere difficoltà alla sussistenza», ribadisce la segretaria dell’Flc di Bologna. È evidente che il sindacato sta già pensando a far scattare delle procedure di ingiunzione di pagamento «se entro febbraio non si risolverà la questione», scandisce Ruocco. Che ovviamente auspica che venga risolta la situazione prima, anche perché i tempi burocratici relativi all’ingiunzione di pagamento non sono lunghissimi ma neanche così brevi da sollevare i precari dalla difficoltà economica.