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Resto del Carlino/Imola: Troppi precari, classi scoperte

Merola (Cisl) denuncia la carenza di personale: «Diversi casi pesanti sia nell’infanzia che alla primaria. E ci rimettono i ragazzi»

02/04/2006
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Il Resto del Carlino

«Nel nostro territorio il precariato scolastico viaggia sull’ordine del 15 - 20%»: lo denunciano i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil che lamentando pesanti carenze di personale in vista del prossimo anno scolastico. E in proposito hanno approvato all’unanimità un documento.
C’è comunque da dire che a Imola — aggiunge Sabato Merola, responsabile per la Cisl del settore scuola — «la situazione è certamente migliore rispetto a tutta la provincia di Bologna, dove si registra la presenza di un 40% di personale precario». Il documento dei sindacati parla della necessità di 500 posti in più tra docenti e personale Ata per le scuole della provincia di Bologna. «A Imola — osserva Merola — si registrano carenze di personale per coprire un paio di classi nella scuola dell’infanzia, ma anche in tre classi a tempo lungo, quelle che un tempo si definivano a tempo pieno, nella scuola primaria». Meno preoccupazioni destano invece per ora le scuole superiori, dove «la situazione non è ancora definita».
Il problema del precariato scolastico, oltre a colpire insegnanti e personale Ata, preoccupa anche per le ricadute a livello didattico: «Non si garantisce quella continuità didattica che svolge un ruolo importante nella formazione di bambini e ragazzi», osservano i sindacati.
«Chi lavora nella scuola pubblica non ha diritto di ammalarsi — denunciano Cgil, Cisl, Uil — e agli studenti non è garantita la possibilità di apprendere in condizioni di continuità, professionalità, sicurezza adeguata. Classi accorpate o smembrate, supplenze improvvisate o addirittura non date, turni di lavoro massacranti, ricambi frequenti dei docenti sono all’ordine del giorno persino nella scuola dell’infanzia e si deve ricorrere al contributo indispensabile delle famiglie anche per i materiali di uso corrente. Ciò è tanto più grave in una situazione come la nostra che vede una forte crescita demografica e responsabilità maggiori di accoglienza di giovani migranti, di ragazzi e ragazze in condizioni di non autosufficienza e di disagio».
l.d.


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