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Repubblica-Torino-In un libro le difficili sfide della cattedra

In un libro le difficili sfide della cattedra gli insegnanti raccontano VERA SCHIAVAZZI ...

06/01/2006
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la Repubblica

In un libro le difficili sfide della cattedra
gli insegnanti raccontano
VERA SCHIAVAZZI


Un libro, La mia scuola (Einaudi, 177 pagine, 14,50 euro) per dare voce a chi in aula ha passato la sua vita ma non viene mai interpellato dai "riformatori" di varia tendenza. Lo hanno scritto una torinese, Cristina Trucco Zagrebelsky, e un cuneese, Domenico Chiesa, per raccontare una realtà in crisi dove convivono passione e disincanto, impegno straordinario e lotta per la sopravvivenza. "Lanciando la raccolta delle testimonianze che poi abbiamo selezionato - spiegano Trucco e Chiesa - non ci siamo preoccupati di un'equa distribuzione tra le diverse regioni italiane o tra i diversi tipi di scuola: abbiamo scelto, su 250 storie "vissute", le 23 che ci parevano più vive e più significative". Ma ad emergere tra le righe, al Nord come al Sud, sono soprattutto voci di persone, esseri umani chiamati al difficile compito di trasmettere cultura ad altri esseri umani, col loro nome, la loro voce, il loro aspetto.
Racconta Alessandra Bellò, professoressa in un istituto tecnico: "Insegno in periferia, alcuni allievi hanno alle spalle storie difficili, rancori repressi, genitori che hanno smesso di vedere nella scuola una possibilità di promozione sociale. Ed hanno torto& Vorrei che i miei allievi si accorgessero che chi li tratta con eterna indulgenza, chi li condanna all'impunità, chi cerca a tutti i costi il loro immediato consenso, li sta prendendo in giro&". Da un liceo del centro, lo scientifico "Galileo Ferraris", le fa eco Gabriella Corsini: "La scuola, quella che abbiamo vissuto come studenti noi che oggi siamo professori, va cambiata. Una volta la distanza veniva colmata con altri mezzi (risorse personali, familiari). Oggi non basta più. I giovani non amano leggere. La tv e il pc li hanno abituati a "vedere". Il mondo sta tornando all'oralità e alla visività. C'è molto da fare e vale la pena di farlo".
Dice invece Carlo Pigato, dall'istituto commerciale "Russell": "In un paese in cui tutti parlano bisogna ribadire che la cultura passa essenzialmente attraverso la lettura, che è lo strumento più potente che l'essere umano abbia a disposizione per apprendere& Ma questo presuppone un insegnante, proprio quel mestiere che non c'è più&". E Flavio Pusset, dalla scuola elementare di Piossasco: "Ognuno di noi è una figura contraddittoria, che passa momenti di sconforto in cui desidera solo essere lasciato tranquillo e fare il minimo indispensabile, momenti in cui crede di poter cambiare gli allievi e la scuola con il suo lavoro, momenti di nostalgia per la scuola in cui ognuno stava al suo posto e l'insegnante era rispettato, momenti in cui vorrebbe identificarsi con gli allievi&".


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