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Repubblica: Studenti siciliani al top dell´asineria

Matematica, lettura, scienze: l´Ocse boccia i quindicenni dell´Isola

03/01/2008
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la Repubblica

Con i numeri hanno saputo fare peggio solo turchi, serbi e uruguayani
I risultati sono disarmanti se confrontati anche con Veneto e Piemonte
Verificata la capacità di applicare lo studio alla vita quotidiana

SALVO INTRAVAIA

(segue dalla prima di cronaca)
Dal 2000, il programma per la valutazione internazionale degli studenti misura le competenze in matematica, lettura e scienze dei quindicenni. Nell´ultima tornata sono stati sottoposti ai test 400 mila adolescenti di 57 paesi. Per la prima volta il rapporto internazionale contiene anche i risultati degli studenti siciliani e, da un primo sguardo, sembra un vero e proprio disastro. A pochi giorni dal rientro in classe dopo la sbornia delle vacanze di Natale il tonfo dei giovani siciliani è un dato sul quale vale la pena riflettere.
In matematica gli adolescenti dell´Isola portano a casa un deludente 44° posto, superati dai coetanei di Turchia, Serbia e Uruguay. Nella cosiddetta literacy matematica, gli oltre mille quindicenni delle 55 scuole siciliane prese in considerazione dall´indagine triennale sono riusciti a raggranellare appena 423 punti. Per comprendere l´enorme divario esistente fra la Sicilia, il resto del Paese e le altre nazioni basta citare pochi numeri: in matematica, l´Italia si è attestata sui 462 punti, con una media Ocse di 498 punti; i cinesi di Taipei, primi in classifica, hanno raggiunto la stratosferica soglia di 549 punti, 126 in più dei siciliani, superando i compagni finlandesi di appena una lunghezza. Ma, stando ai dati raccolti dall´autorevole organizzazione internazionale, gli studenti siciliani sono anche ultimi in Italia. In Veneto, sulle stesse domande poste dal questionario, i ragazzini hanno ottenuto 510 punti e in Piemonte 492.
Ma quali capacità indaga Pisa? «Superando una prospettiva strettamente scolastica - riporta una nota - l´indagine prende in considerazione le capacità di servirsi delle conoscenze per affrontare i compiti e le sfide della vita quotidiana. (…). Il principale obiettivo è di verificare in che misura i giovani abbiano acquisito la più ampia gamma di conoscenze e abilità che occorreranno loro nella vita adulta». Insomma, Pisa misura la capacità dei giovanissimi di conquistarsi un lavoro dignitoso dopo avere concluso gli studi. E, scorrendo i numeri, i siciliani non sembrano messi bene.
Il quadro, infatti, si tinge di tinte ancora più scure se si prendono in considerazione le percentuali di ragazzini al di sotto del livello di competenze considerate appena sufficienti (il livello 2). In Sicilia, quasi metà dei quindicenni (il 48,9 per cento) si collocano al di sotto del secondo livello. In Italia se ne contano 33 su 100 e in Finlandia appena 6 su cento mentre la media Ocse è del 26 per cento. Passando alle competenze in Scienze, per i giovani nostrani, le cose non cambiano di molto. I 433 punti "conquistati" sono poca cosa rispetto alla media nazionale (di 475 punti) e a quella Ocse di 500 punti.
In classifica la Sicilia viene sopravanzata da paesi come Serbia e Bulgaria che hanno fatto il loro ingresso nell´organizzazione pochi anni fa. Anche nell´ambito scientifico la percentuale di ragazzini nostrani con scarse conoscenze e competenze è elevatissima: il 42 percento, contro una media nazionale di poco superiore al 25 per cento e una media Ocse inferiore al 20 per cento. «Al livello 1 - spiega lo stesso rapporto - uno studente possiede conoscenze scientifiche tanto limitate da potere essere applicate soltanto in poche situazioni a lui familiari». Nell´Isola, 16 ragazzini su 100 non hanno raggiunto neppure il livello 1. E come se non bastasse, una energica tirata d´orecchie arriva anche in lettura: dalle nostre parti la comprensione del testo scritto è piuttosto lacunosa se un ragazzino su 5 mostra competenze al di sotto della soglia minima (livello 1) ipotizzata dall´Ocse e il 41 per cento sotto la sufficienza. I più bravi sono i quindicenni coreani che registrano appena il 5 per cento di ragazzini sotto la sufficienza, tasso che sale al 26 per cento nel Bel Paese.


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