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Repubblica-Palermo-Scuola, crollo delle iscrizioni ottocento cattedre in pericolo

I PROBLEMI DELLA SCUOLA Secondo il ministero, il prossimo anno sono previste quasi ottomila alunni in meno. Tra le cause la ripresa dell'emigrazione Scuola, crollo delle iscrizioni ot...

07/01/2006
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la Repubblica

I PROBLEMI DELLA SCUOLA
Secondo il ministero, il prossimo anno sono previste quasi ottomila alunni in meno. Tra le cause la ripresa dell'emigrazione
Scuola, crollo delle iscrizioni ottocento cattedre in pericolo
Per la prima volta più allievi alle superiori che alle elementari
Migliaia di precari saranno costretti a cambiare regione per entrare in ruolo
Sono pochi rispetto al Nord anche i ragazzi extracomunitari
SALVO INTRAVAIA


Calano gli alunni. E in Sicilia, nel prossimo anno scolastico, si perderanno da 700 a 800 cattedre. La già critica situazione economico-occupazionale dell'Isola, fra qualche mese, sarà dunque aggravata anche dalla perdita di posti di lavoro nella scuola: l'unico settore che ancora mette in palio il "posto sicuro" (con le immissioni in ruolo) o 9 mesi di lavoro a stipendio pieno (con le supplenze).
E' tempo di iscrizioni, che scadranno per tutti gli ordini di scuola il prossimo 25 gennaio, e il ministero dell'Istruzione sta effettuando le stime sulla popolazione scolastica dell'anno scolastico 2006/2007. La Sicilia, secondo i tecnici del ministero, perderà 7.723 alunni, soprattutto nelle scuole medie e elementari.
Ad ammortizzare la vera e propria fuga di alunni dalla scuola siciliana non basta neppure l'anticipo morattiano (la possibilità per le famiglie di iscrivere in prima elementare i bambini che compiono 6 anni entro il 30 aprile 2007), preso letteralmente d'assalto al Sud. L'emorragia di alunni che contrassegnerà il prossimo anno scolastico stride se paragonato con l'andamento delle iscrizioni nelle regioni del Centro-Nord. Solo a titolo di esempio in Lombardia, secondo viale Trastevere, si iscriveranno 14.587 alunni in più, incremento di 11 mila e 500 iscrizioni in Veneto e 12 mila in Emilia Romagna. Discreta previsione anche per le regioni del centro Italia: segno positivo per Lazio e Toscana, con 5 mila iscrizioni in più.
Tra le possibili cause dello spopolamento delle classi in Sicilia il calo demografico - più accentuato che nelle altre regioni italiane e non ancora completamente recuperato - la nuova ondata di emigrazione da parte delle famiglie in cerca di lavoro soprattutto nelle regioni del Nord-Est e la scarsa presenza di alunni stranieri nell'Isola, che nelle altre regioni hanno compensato il decremento degli alunni. Sì, perché gli "alunni con cittadinanza non italiana", come sono definiti dal ministero, sono massicciamente presenti al Nord (dove in alcune realtà costituiscono il 2,5 per cento dell'intera popolazione scolastica) e pochi in Sicilia che ne registra appena lo 0,8 per cento. Anche per loro evidentemente dalle nostre parti le condizioni di lavoro non sono ottimali e la Sicilia è spesso solo una tappa di transito.
Le stime fatte dal ministero non hanno valore puramente statistico. La complessa macchina della scuola italiana non può attendere la contabilizzazione delle iscrizioni. Per avviare le operazioni relative al prossimo anno scolastico (trasferimenti, eventuali immissioni in ruolo, formazione delle classi, assegnazione delle supplenze, ecc.) si lavora su un organico previsionale che ovviamente dipende dal numero degli alunni. Le future classi e le cattedre che il ministero metterà a disposizione della scuola, dipenderanno dalle proiezioni fatte sull'incremento o decremento degli alunni.
E' la scuola primaria la vera cartina di tornasole delle dinamiche riguardanti la cosiddetta popolazione scolastica. A fronte di un incremento globale di oltre 26 mila e 500 alunni, in Sicilia, se ne perderanno più di 2 mila e, contrariamente alle medie nazionali, sempre nell'Isola, per la prima volta gli alunni della scuola elementare saranno meno numerosi di quelli della scuola superiore. Segno che, anche a livello di risorse umane, la distanza con il nord del Paese è destinata ad accrescersi. A pagare saranno soprattutto le migliaia di supplenti siciliani perché per fare quadrare i conti si taglieranno i posti al Sud e si incrementeranno al Nord.
In una tornata di eventuali immissioni in ruolo le migliaia di precari meridionali, come avviene ormai da qualche anno, per entrare di ruolo faranno la valigia verso il nord.


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