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Repubblica/firenze: Gli tagliano le ore del prof di sostegno il Tar impone alla scuola di ridargliele

I genitori di Matteo, 10 anni, disabile gravissimo, avevano fatto ricorso contro l´Istituto comprensivo Oltrarno . Ora il rischio è che il dirigente scolastico sia costretto a penalizzare altri bambini affetti da handicap

30/01/2010
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la Repubblica

Ora il rischio è che il dirigente scolastico sia costretto a penalizzare altri bambini affetti da handicap

MARIA CRISTINA CARRATU

mariA cristina carratù
La legge finanziaria gli ha tolto ben 8 delle 22 ore di insegnante di sostegno a cui ha sempre avuto diritto, e adesso il Tar dà ragione ai suoi genitori che hanno fatto ricorso contro l´amministrazione scolastica, imponendo alla scuola, in via d´urgenza, di ridargliele. Succede a Firenze, a Matteo (nome di fantasia), dieci anni, disabile gravissimo ovviamente supercertificato, alunno di quinta elementare all´Istituto comprensivo Oltrarno e che ha bisogno costante di essere seguito durante le lezioni, «a beneficio suo, ma anche della sua stessa classe, come del resto prevedono tutte le leggi sull´integrazione» sottolineano i genitori, Luisa e Alberto, che, col sostegno morale e tecnico-legale della Flc Cgil, hanno presentato il ricorso il 23 dicembre 2009. Peccato che la scure che si è abbattuta sulla scuola con la legge 133 non abbia risparmiato nemmeno questi essenziali diritti individuali. Ed è proprio per il loro immediato reintegro che si è pronunciato adesso il Tar del Lazio (il ricorso è stato presentato contro l´amministrazione scolastica in tutte le sue articolazioni, dal ministero all´ufficio scolastico regionale, allo stesso Istituto comprensivo). Da questo momento, dunque, la scuola dovrà in qualche modo assicurare di nuovo a Matteo tutte le ore di cui gli è stato riconosciuto il bisogno essenziale. Ma come? Il rischio è che il dirigente scolastico sia costretto a togliere ore al sostegno di altri bambini disabili, peraltro già penalizzati come Matteo in proporzione alla gravità del loro handicap. Nella provincia di Firenze, del resto, come ricorda Alessandro Rapezzi della Flc, «a fronte di un aumento di 150 alunni con handicap certificato, gli insegnanti di sostegno sono aumentati quest´anno di una sola unità». Per fortuna che l´integrazione offerta dal Comune (nel caso di Matteo, 18 ore settimanali) è stata confermata, sebbene per legge debba essere inferiore a quella garantita dallo Stato. E intanto, per non lasciare mai ‘sguarnito´ Matteo, la scuola ha dovuto impegnare su di lui insegnanti già impegnati su altre attività, a cui si è dovuto rinunciare. Una toppa, che, come avverte la maestra Nicoletta Benedetti, «non può più durare».
Per scongiurare una futura guerra fra bisognosi, come quella che rischia di scatenarsi se il bilancio della scuola resterà immutato, dovrebbe ora scendere in campo l´Ufficio scolastico regionale, come auspica Mario Battistini della Cgil, membro del consiglio nazionale della pubblica istruzione: «Il dirigente regionale» dice «non può non assumersi la responsabilità di consentire la reintegrazione di ore imposta dal Tar senza che si danneggino altri bambini». L´invito a tutte le famiglie è quindi a fare come quella di Matteo, e cioè, anziché «optare per un amaro adattamento», a «mobilitarsi, sapendo di poter contare sull´appoggio del sindacato» e forti adesso anche di un pronunciamento della giustizia amministrativa, che se non fa giurisprudenza, costituisce però «un importantissimo precedente».


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