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Mess.Veneto-Scuole, tempo pieno a rischio

Scuole, tempo pieno a rischio Una trentina gli istituti che minacciano di ridurre il servizio GLI EFFETTI DELLA RIFORMA Le famiglie insistono per mantenere l'attuale organizzazione...

12/01/2004
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MessaggeroVeneto

Scuole, tempo pieno a rischio
Una trentina gli istituti che minacciano di ridurre il servizio
GLI EFFETTI DELLA RIFORMA
Le famiglie insistono per mantenere l'attuale organizzazione delle lezioni ma i circoli didattici sono in difficoltà per la carenza di finanziamenti


Con il fiato sospeso 34 scuole delle 49 provinciali sul problema del tempo lungo "sì o no e come" in classe, da settembre. La circolare del ministero chiarificatrice latita mentre la mobilitazione dei genitori e docenti contro "la scuola della Moratti" cresce, con le iniziative del Comitato provinciale. In calendario una settimana in piazza in difesa del tempo-scuola, più la trasferta a Roma.
Le date sono quelle del 16 gennaio, con il sit in in piazzetta Cavour a Pordenone, e forse una fiaccolata, e del 17 per la partecipazione alla manifestazione nazionale a Roma.
In tilt la pazienza di ventimila famiglie del Pordenonese: nelle elementari della provincia 295 classi su 683 sono a regime di tempo pieno, cioè 5 mila 79 alunni degli 11 mila 805 totali pari al 43 per cento dell'utenza attuale. Per le medie di primo grado la scelta del tempo prolungato 2003-2004 è del 21 per cento, cioè 75 classi su 349 totali e mille 455 alunni della platea complessiva di 6 mila 971 iscritti. Nelle materne statali l'enigma degli anticipi in aula dei bambini di 2 anni e mezzo si aggroviglia, con l'oroscopo su probabili liste di attese che mette alle corde le speranze di centinaia di famiglie provinciali. Il "plus" di richieste c'è, ma che scuola sarà?
Un rebus, quello sui termini delle iscrizioni all'annata 2004-2005 che potrebbe sciogliersi oggi per definire la scadenza al 31 gennaio (per gli eventuali anticipi nelle materne fino a metà febbraio?), mentre tante scuole hanno già aperto la "campagna acquisti" in autonomia. Il problema si concentra nel fattore tempo e contenuti: pieno, prolungato o flessibile con impianto didattico personalizzato? La questione riforma Moratti mette il "ralenty" alle risposte, nel guado difficile tra vecchio e nuovo.
Le modifiche nel modello riformato dell'obbligo sono annunciate, però il decreto applicativo è tra i marosi dell'aula parlamentare. Se non sarà toccata la quantità per il 2004-2005 delle ore "piene" e "prolungate", la qualità è a rischio secondo il fronte trasversale anti-riforma di docenti, genitori, e cittadini che anima il Comitato provinciale per la scuola pubblica. Intanto le famiglie sempre più disorientate cercano qualcosa di rassicurante nell'esistente e rifiutano il nuovo che avanza con un movimento dal basso in mille città italiane.
"Ci mobilitiamo per bloccare il decreto attuativo della riforma - dichiara nel manifesto del dissenso il Comitato di Pordenone -. Le commissioni parlamentari hanno tempo fino al 19 gennaio per esprimere parere non vincolante sulla prima decretazione, poi il Governo procederà con un effetto devastante sulla scuola statale. Squalificata l'offerta formativa, stop alla collegialità con l'introduzione dell'insegnante prevalente, cancellazione dell'obbligo scolastico, introduzione del doppio binario licei e formazione professionale da scegliere a 14 anni, formazione personalizzata. Nella cornice dei tagli agli organici docenti e Ata e del calo delle risorse di cassa per l'autonomia, la riforma sarà un impoverimento barbarico della nostra scuola".
Chiara Benotti


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