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La Sicilia-"Tagliate" 133 cattedre

Guerra di cifre sui posti in bilico nelle medie superiori: il sindacato ha espresso preoccupazione, il Provveditorato agli studi frena "Tagliate" 133 cattedre La Cgil scuola: è la prima conseguenza...

05/04/2002
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La Sicilia

Guerra di cifre sui posti in bilico nelle medie superiori: il sindacato ha espresso preoccupazione, il Provveditorato agli studi frena
"Tagliate" 133 cattedre
La Cgil scuola: è la prima conseguenza della Riforma Moratti

"Centotrentatrè cattedre in meno nella scuola agrigentina: 90 nella scuola secondaria di secondo grado, 15 alle elementari, 28 alla media di primo grado". È quanto denuncia il segretario provinciale della Cgil scuola, Carmelo Patti, che aggiunge, a proposito di previsioni occupazionali per il prossimo anno scolastico 2002-2003: "Il ministro Moratti sta tentando di affossare la scuola pubblica per favorire quella privata, anche attraverso i tagli di organico. I mancanti investimenti sul personale hanno ripercussioni negative sulla qualità scolastica perché l'organico funzionale viene ridotto al lumicino con la depauperazione della progettualità della scuola. Ciò significa tradire la richiesta formativa pretesa dalle famiglie, mortificare la dignità e l'autonomia progettuale del Consiglio dei docenti, non tenere conto delle esigenze e delle peculiarito dei piccoli centri".
Non ci sarà alcun aumento di classi, come denuncia la Cgil, nonostante l'aumento della popolazione scolastica nella scuola secondaria di secondo grado di ben 931 alunni, che comporterebbero la costituzione di 36 nuove classi. "Si avrà un sovraffollamento delle stesse, con una maggiore difficoltà del corpo docente di seguire i corsi ed i ragazzi" ribadisce Patti, che aggiunge: "Negli istituti professionali non vengono assicurate le quarte classi in presenza di 14 alunni, con conseguente negazione del diritto costituzionale allo studio".
Intanto i titolari su più scuole, il prossimo anno, pur in presneza delle stesse ore, saranno dichiarati "perdenti posto" e, quindi, costretti al trasferimento d'ufficio. Il personale precario, che da anni aspetta l'immissione in ruolo, secondo quanto sottolinea sempre la Cgil, vedrà ancora una volta irrealizzata la stabilizzazione.
"Il piano Moratti, anche per questa via - conclude Patti - danneggia la qualità formativa, la popolazione scolastica e il corpo docente, come dimostrato dai fatti e non dalle opinioni o dalla propaganda".
A questo proposito abbiamo sentito il provveditore agli studi Nicolò Lombardo, il quale ha affermato che la questione relativa al numero delle cattedre non è ancora chiusa. "Siamo ancora in una fase di elaborazione - ha chiarito - infatti mentre nelle scuole elementari, materne e medie di primo grado il modello matematico di previsione risponde alla situazione reale, lo stesso non si può affermare per la scuola secondaria di secondo grado, per la quale il numero previsto non pare che corrisponda. C'è un incremento che non collima con la diminuzione prospettata dal ministero. Questi dati sono stati evidenziati e il ministero potrà intervenire".
Quanto ai tagli occupazionali ha comunque affermato, in generale, che tutti ne erano già al corrente da tempo, e che si tratta di misure previste in Finanziaria, anche se adesso materialmente si stanno calando nella realtà, secondo le previsioni di organico. "In tutto il Paese è stato previsto un taglio di ottomila cattedre, ma almeno per il 50% si sarebbero determinate quale calo fisiologico per la diminuzione della popolazione scolastica. Il restante 50% è assorbito dal turn over. I precari non saranno direttamente penalizzati da queste misure. È vero che non ci saranno incrementi di posti: ma tutto sommato sarà salvaguardato il lavoro di chi è già nel sistema". Lombardo ha ricordato che esiste uno squilibrio tra popolazione scolastica e docenti, rispetto agli altri Paesi europei. In Francia, ad una pressocché analoga popolazione scolastica corripondono 450 mila docenti, contro gli 800 mila del nostro Paese. Si sta dunque tentando di rientrare nei parametri europei. Quanto alla questione dei perdenti posto, il provveditore ha sostenuto che ciò non è legato al taglio delle cattedre, ma ad una migrazione scolastica, che vede depauperare di studenti gli ex istituti magistrali, che non forniscono più un titolo abilitante, e invece preferire notevolmente gli istituti professionali, commerciali ed alberghieri, nonché i licei scientifici.
Anna Maria Scicolone


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