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Il piano centri estivi "Gruppi da quattro e pasti monodose"

Soltanto con i prossimi decreti si capirà quando i centri potranno riaprire. «Spero entro giugno», ha detto ieri la ministra Bonetti

28/04/2020
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la Repubblica

Maria Novella De Luca

ROMA — Sono i grandi assenti della Fase 2. Bambini e adolescenti per i quali la fine del lockdown è ancora tutta da scrivere. In molti avevano sperato, a cominciare dalla ministra della Famiglia Elena Bonetti, che nel nuovo decreto della presidenza del Consiglio, mentre l’estate si avvicina, la scuola a distanza finisce e i genitori tornano al lavoro ci fosse, anche, l’annuncio della riapertura dei centri estivi. Ha prevalso, invece, la linea della cautela. Parchi aperti ma con accessi contingentati alle aree giochi, centri estivi chiusi, invece, per adesso, fino a data da destinarsi. Una doccia fredda per le famiglie già provate da due mesi di quarantena, con bambini sempre più insofferenti e irrequieti.

Soltanto con i prossimi decreti si capirà quando i centri potranno riaprire. «Spero entro giugno», ha detto ieri la ministra Bonetti. Comunque una corsa contro il tempo, come denunciano le migliaia di associazioni che ogni anno, per tre mesi, riempiono la lunga estate dei nostri figli. Perché la sfida è grande: come si fa a gestire, con le distanze di sicurezza, luoghi che per loro natura nascono per aggregare e non per tenere lontani? Nei prossimi giorni si dovrebbe riunire, al ministero della Famiglia, un tavolo formato da associazioni del Terzo settore, Anci e pediatri per scrivere le linee guida cui poi dovranno attenersi i Comuni.

Ma in alcune città, come Firenze, c’è già un piano dettagliato che potrebbe servire da piattaforma nazionale per la riapertura dei centri estivi. Piano già sul tavolo della ministra Bonetti. Spiega il sindaco Dario Nardella: «Abbiamo per adesso individuato spazi sia all’aperto che al chiuso, dalle scuole con grandi giardini alle fattorie didattiche, a tutte le aree verdi utilizzabili. L’idea è formare piccoli gruppi, con un rapporto di un operatore ogni 4 bambini nella fascia d’età della scuola dell’infanzia, e di un operatore ogni 8 ragazzini per i più grandi. Un rapporto di uno a uno per i bimbi disabili». I piccoli gruppi entreranno con ingressi scaglionati. I pullmini che spesso prendono e riportano i bambini a casa dovranno scendere da 30 a 10 passeggeri.

Passaggio fondamentale nel progetto di Firenze è la mensa, luogo di forte aggregazione ma anche di alto rischio di contagi. «I pasti saranno preparati in monoconfezioni sigillate e ognuno mangerà a distanza di sicurezza dal compagno». A ognuno, quindi, il suo cestino, un po’ triste, ma pazienza, è l’emergenza, i bambini sanno come farsi compagnia a dispetto di tutto. Gli operatori dovranno poi avere certificati che testimonino la negatività al coronavirus, mentre ambienti, giochi, attrezzature dovranno essere sanificati di continuo. La filosofia è quella di creare tante "isole" di bambini che non si mescolano tra di loro. Ma che alla fine formeranno comunque un arcipelago di esperienze. «Anche sul fronte delle attività il principio è lo stesso: sport a distanza, laboratori artistici, teatrali, escursioni rispettando la strategia del micro-gruppo ». Intanto ieri il Miur ieri ha confermato a Stefano Bonaccini, presidente della conferenza Stato-Regioni, il via libera all’uso degli spazi esterni delle scuole (cortili, giardini ) per poter fare centri estivi.

La parola d’ordine è distanza. Tutt’altro che facile però. Camillo Cantelli, presidente nazionale di Arci Ragazzi, non nasconde i suoi timori. «Organizziamo ogni anno un campo nazionale a cui partecipano centinaia di ragazzi. Come dovremo sistemarli? Abbiamo bisogno di linee guida per poterci muovere. Quest’anno abbiamo pensato di fare più campi, magari di 50 partecipanti ognuno. Resta il problema delle tende: in quanti potranno dormire insieme? E i servizi? Ma se saranno necessarie più tende le dobbiamo comprare subito. E quanti operatori? Chi dovrà fare i test, anche i ragazzi? Siamo già in enorme ritardo. Restituire ai bambini la loro estate è sarà davvero una grande sfida».


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