«Il governo vuole buttare i precari fuori dalle aule»
I docenti baresi infuriati. Martedì il deposito del ricorso al Tar
«Lo Stato, dopo un concorso regolarmente superato, una laurea, corsi di alta formazione e master, oltre che decenni di carriera sulle spalle, con un calcio vuole buttarmi fuori dalle aule». Simona Campanella, insegnante in una scuola elementare di Toritto, è indignata. Insieme a una trentina di colleghi ha firmato il ricorso contro il maxiconcorso bandito dal ministero dell'Istruzione, che l'avvocato Antonia Gatti di Cassano delle Murge depositerà al Tar Lazio martedì prossimo. Sono passati dodici anni da quando la maestra ricevette la convocazione da parte del Provveditorato di Bari per poter sostenere la prova orale del concorso ordinario, indispensabile per conseguire l'abilitazione all'insegnamento. Nel frattempo Simona non ha ancora firmato il contratto a tempo indeterminato. «Oggi pur di lavorare racconta accetto le chiamate giornaliere in istituti della provincia di Matera, in cui mi sono trasferita». La docente, come altri colleghi, ritiene questo nuovo concorso «inutile e offensivo per noi che abbiamo già vinto il precedente e conseguito l'idoneità, ma che saremo superati senza giusta e meritevole motivazione dagli ultimi arrivati». Il mancato scorrimento delle graduatorie è alla base del ricorso in salsa barese. L'avvocato afferma che la pubblica amministrazione non può fare un nuovo bando per coprire i posti vacanti già esistenti se sono in piedi graduatorie valide dalle quali poter attingere. Anche la Flc-Cgil ha gridato allo scandalo: le cattedre a disposizione sono 11mila 582, le domande dei candidati addirittura 300mi1a e la situazione di maestre e professori costretti a elemosinare una supplenza sempre più disperata. I docenti sono infuriati: per tutte le classi di concorso sono presenti in tutti i provveditorati d'Italia le graduatorie ad esaurimento, che contengono i nomi di insegnanti abilitati, o già vincitori di un concorso pubblico o comunque equiparati agli stessi. Secondo l'avvocato, la pubblica amministrazione potrebbe bandire un nuovo concorso, senza scorrere gli elenchi, motivandone però la necessità. Nel bando invece non ci sarebbe traccia di alcuna motivazione. Solo qualora le graduatorie risultassero esaurite, bisognerebbe procedere con le assunzioni a mezzo di pubblico concorso. Questo è l'orientamento del Consiglio di Stato con innumerevoli sentenze a riguardo, come pure del Tribunale ordinario e come previsto nella Legge Finanziaria 2008 per il reclutamento di personale nella pubblica amministrazione. Anche Carlo Coppola, professore di lettere, ha sottoscritto il ricorso: «Dopo la riforma del lavoro attribuita, non si sa quanto giustamente a Marco Biagi, ormai la maggior parte dei lavoratori italiani sotto la cinquantina è di fatto precaria. Dopo il primo anno di insegnamento al Nord nella allegra Saltrio, nel territorio di Varese, sono sceso al Sud. Con il progetto finanziato dalla Regione Puglia "Diritti a Scuola", molto valido ma che quest'anno stenta a decollare, ho lavorato nei precedenti due anni. Ora sbocconcello giornate di supplenza». Il sogno del posto fisso sembra naufragare: «Ho deciso di sposarmi, convinto che il mio precariato, data la discreta posizione in graduatoria, stesse agli sgoccioli. Il ministero però mi ha regalato un concorso, le cui prove pre-selettive sono pressoché impossibili da superare, perché progettate con criteri di pura idiozia. Il ricorso è l'ultima speranza».