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Corriere-Lombardia-Scuole senza soldi, si ferma la sperimentazione

Il Provveditorato taglia i fondi, gli istituti ricorrono all'autofinanziamento e chiedono aiuto alla Provincia e alle aziende private Scuole senza soldi, si ferma la sperimentazione Cos...

20/12/2002
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Corriere della sera

Il Provveditorato taglia i fondi, gli istituti ricorrono all'autofinanziamento e chiedono aiuto alla Provincia e alle aziende private

Scuole senza soldi, si ferma la sperimentazione

Costruzione di robot e studi sui prodotti transgenici: restano sulla carta i laboratori didattici

MILANO - La scuola ideale? Quella che, oltre alle materie tradizionali, offre agli studenti dei laboratori che simulino il funzionamento del mondo del lavoro. Su questo principio, nascono ogni anno nelle superiori della provincia nuovi progetti per migliorare la preparazione degli studenti. Le idee sono tante, spesso ambiziose e originali, ma la maggior parte rischia di non tradursi in fatti per mancanza di finanziamenti. Con l'entrata in vigore dell'autonomia scolastica, i fondi distribuiti dal Provveditorato sono diminuiti e le scuole devono trovare altre strade per autofinanziarsi come ricorrere all'assessorato all'Istruzione della Provincia. Ma a Palazzo Isimbardi non esistono fondi ad hoc per queste attività: vengono premiate le richieste più interessanti e solo se in quel momento ci son soldi a disposizione.
Oppure gli istituti contattano le associazioni degli industriali, ma non è facile trovare imprese che accettino da subito di dare un contributo, perché preferiscono vedere prima se il corso funziona, per poi entrare in gioco. Nel peggiore dei casi, bisogna rinunciare, o cercare di avviare il progetto con il fondo d'istituto. E siccome questo non è quasi mai sufficiente, subentra la disponibilità dei professori: non è raro il caso in cui i docenti danno il loro apporto, lavorando gratis o con un rimborso simbolico.
Tra i progetti che mirano a partire spicca quello dell'Itis "Alessandrini" di Abbiategrasso . Qui a gennaio, dovrebbe prendere il via "Meccatronica": una ventina di studenti del triennio proveranno a progettare e a costruire una linea di produzione industriale in piccola scala. "Cominceremo realizzando un nastro trasportatore, che porta gli imballi da una stazione all'altra - spiega il professor Massimo Conalbi -, poi si potrà passare alla costruzione dei robot che prendono gli oggetti, li spostano o li lavorano". I meccanici si occuperanno della struttura della macchina, i futuri periti in elettronica definiranno i sensori e il tipo di motore e gli studenti di elettrotecnica si dedicheranno al cervello elettronico che dirige l'impianto.
"Nelle imprese non si lavora a compartimenti stagni e la figura del "meccatronico", professionista a metà strada fra meccanica, elettronica ed elettrotecnica è molto richiesta - spiega la preside Alba Arcidiacono -. Il laboratorio serve a migliorare la flessibilità mentale dei ragazzi". A fianco di professori e alunni ci saranno anche i tecnici della Festo, multinazionale leader nel settore dell'automazione industriale. Il gruppo fornirà il materiale e la consulenza dei propri responsabili. La scuola ha bisogno di un budget iniziale di almeno 15 mila euro, che si spera giunga proprio dalle aziende del territorio che da anni impiegano i ragazzi dell'Itis.
Ma anche l'agricoltura, come l'industria, richiede nuove competenze. Per questo, il collegio docenti dell'Istituto tecnico agrario "Mendel", di Noverasco di Opera , ha scelto per gli studenti dell'indirizzo "agroindustriale", un corso di approfondimento sugli Ogm e sulla manipolazione genetica in campo agricolo. Punta invece sulla collaborazione con il Politecnico di Milano, l'Itis "Hensenberger" di Monza . L'anno scorso, la scuola ha concesso alcune aule all'ateneo, che vi ha realizzato due laboratori con apparecchiature all'avanguardia.
Simulare il mondo del lavoro può far rima anche con generosità: è il caso del laboratorio "Protesi sociale", sperimentato all'istituto "Ghandi", sezione odontotecnici, di Besana Brianza , in collaborazione con l'Asl Milano 3. Una settantina di studenti di terza, quarta e quinta realizzano protesi mobili che vengono poi donate alle persone meno abbienti, indicate dai Servizi sociali di Besana e Carate.


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