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Corriere di Romagna: Insegnanti contro i test

Obiezione alla riforma Moratti: gli insegnanti del Circolo didattico fanno quadrato attorno al loro dirigente, convocato con richiamo ufficiale d

17/05/2006
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Corriere di Romagna

CATTOLICA - Obiezione alla riforma Moratti: gli insegnanti del Circolo didattico fanno quadrato attorno al loro dirigente, convocato con richiamo ufficiale dall’ufficio scolastico regionale a seguito della presa di distanza, da parte della maggioranza degli insegnanti, dai test di valutazione degli alunni, previsti dalla riforma scolastica.Insomma, gli insegnanti del circolo, che comprende le scuole primarie Carpignola e della Repubblica oltre che la scuola dell’infanzia Giovanni XXIII, difendono la scelta di obiezione alla riforma, assunta dalla maggioranza di loro. Inoltre, con una lettera pubblica “discolpano” il dirigente scolastico il cui atteggiamento descrivono come “corretto e democratico” poichè aveva offerto al collegio docenti “la possibilità di discutere, approfondire, ragionare rispetto a novità che portano a cambiamenti decisivi nella scuola”.“Noi insegnanti del Circolo Didattico di Cattolica siamo abituati a confrontarci e, come tanti altri colleghi sparsi per il nostro Paese, svolgiamo il nostro lavoro con estrema serietà, il quale pensiamo non possa disgiungersi dalla consapevolezza dell’importanza del proprio ruolo, dalla responsabilità insita in esso, dalla capacità di interloquire, mettere in discussione. Crediamo che qualsiasi dirigente, sia esso locale o regionale, debba tendere ad avere al suo fianco docenti consapevoli e preparati piuttosto che esecutori acritici e passivi, certo meno fastidiosi e problematici”.Gli insegnanti contrari ai test della Moratti sono convinti che il richiamo partito da Bologna sia “un segnale di pressione nei confronti di quegli operatori della scuola che osano mettere in discussione una riforma del resto poco amata e condivisa”. Sono inoltre dell’idea che con tale atteggiamento il dirigente regionale “inviti indirettamente i nuovi (e più fragili?) capi d’istituto a non seguire certi percorsi, seppur di leale e democratica dialettica”.Terminata la difesa del loro dirigente scolastico, gli insegnanti spiegano i motivi della loro obiezione ai test. “Li riteniamo avulsi dalla nostra tradizione didattica, penalizzano gli alunni più inclini alla riflessione, chi necessita di tempi diluiti, i bambini stranieri meno usi alla lingua italiana. Ci paiono altresì formulati, troppo spesso, in maniera poco chiara e disorientante e ci sembra riducano al minimo il rapporto insegnamento-apprendimento. Infine, ci teniamo particolarmente a rilevarlo, il nostro dirigente, nonostante l’opposizione della maggior parte di noi, ha approntato la situazione e i materiali affinché si potessero espletare al meglio le prove, rispettando con ciò, appieno, il suo ruolo e il suo mandato”.Gli insegnanti puntualizzano che il loro intervento arriva solamente dopo che sul Corriere era stata data notizia del richiamo ufficiale poichè il loro dirigente “a dimostrazione della sua correttezza, non ha mai fatto cenno della questione con nessuno di noi insegnanti. La scuola è una cosa seria. Pensare di farla funzionare dall’alto, senza convinzione né condivisione da parte di chi quotidianamente ci lavora, crediamo sia un errore che non giova né a chi la conduce, né a chi la frequenta”.


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