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Profumo di delirio nella ricerca pubblica

Comunicato stampa di Domenico Pantaleo, Segretario generale della Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.

11/10/2012
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Voci insistenti prefigurano un altro intervento pesantissimo di “ristrutturazione” della seconda rete di ricerca. Mentre non è ancora terminato l'iter della legge 213 e di tutte le aberranti riorganizzazioni realizzate dal governo precedente, sembra ipotizzarsi una nuova pseudo “grande”  riforma con la finalità di ridurre la spesa.

Al di là del metodo semplicemente vergognoso, la tempistica, il contesto e il contenuto ci appaiano francamente inaccettabili.
Un Ministro e un Governo in scadenza di mandato e con le elezioni politiche alle porte non possono assumere decisioni che incideranno sul sistema della ricerca pubblica per i prossimi anni.

Lo diciamo con chiarezza e senza alcun dubbio: questo governo non ha alcuna legittimità per ipotizzare un “nuovo” riordino degli enti di ricerca. La ricerca italiana ha bisogno di un rilancio, fondato su nuovi investimenti, dentro un progetto Paese e non ulteriori tagli.

Serve una grande discussione pubblica che coinvolga la comunità scientifica e una campagna di ascolto dei bisogni reali di chi ogni giorno senza risparmiarsi svolge un ruolo essenziale per la nostra comunità. Tutto questo non rientra nella volontà dell'attuale governo perchè implica una idea di pubblico distante anni luce dalla fallimentare agenda Monti.
Rappresenta, piuttosto, l'ennesimo pretesto per ridurre gli organici e smantellare ciò che rimane degli enti pubblici di ricerca  mettendo a rischio prima di tutto i precari.

Dopo la riduzione di centinaia di posti nelle dotazioni organiche e il taglio del fondo ordinario era indispensabile una correzione di rotta. Invece, sembra confermarsi la direzione suicida che il Governo ha intrapreso in questo settore dopo i roboanti annunci del Ministro Profumo. Se il governo cercava una nuova occasione per aprire il conflitto con il personale e la comunità scientifica tutta l'ha trovata.

Facciamo appello alle lavoratrici e ai lavoratori, ai rappresentanti delle istituzioni, al parlamento affinchè si mobilitino per fermare questo delirio. Noi metteremo in campo tutte le azioni di lotta necessarie, come sempre, senza risparmiarci. Caro Ministro Profumo non faccia altri danni alla ricerca pubblica.