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Tutto il secondo ciclo disciplina per disciplina (XI)

Conclusioni

01/08/2005
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Premessa - Riassunto delle puntate precedenti: Tra un’istruzione professionale che non si capisce dove vada a finire, un campus che non si sa cos’è, un liceo senza sbocchi professionali, altro che sperimentazione! Siamo all’avventura: l’intreccio perdita dei posti-conservazione dell’organico-sperimentazione- autorizzazione al campus è perverso.Come nel caso del famoso nodo gordiano c’è un solo modo per scioglierlo: sapere ciò che realmente ci riserba il secondo ciclo in termini certi di orari e discipline. Nei giorni precedenti abbiamo già esaminato l’area storico-letterario-umanistica, la geografia, l’area linguistica, l’area matematico-informatica, l’area economica, l’area scientifica, l’area artistica e l’area tecnica.

Siamo dunque arrivati al termine di questa carrellata sulle discipline della scuola secondaria superiore e su come queste sono investite dal decreto sul secondo ciclo. Le più importanti le abbiamo viste nei particolari, le altre le abbiamo citate genericamente, ma sono quelle destinate a sparire nella semplificazione licealista progettata dal nostro Ministro o a passare nell’ambito regionale con l’istruzione professionale. Alcune altre è stato giocoforza citarle nell’insieme perché confronti troppo particolareggiati erano impossibili da farsi.
Mancano all’appello ancora due discipline: Religione/Attività alternative ed Educazione Fisica. E non è un caso che manchino: perché sono a questo punto le uniche che non subiranno variazioni di sorta, né quantitative né di collocazione.

Religione/ Attività Alternative è stata così fin dall’inizio forse perché avendo un’ora sola alla settimana non si poteva ritoccarla se non sopprimendola o forse perché…è in grazia di Dio, Sta di fatto che con l’introduzione di tante discipline facoltative o opzionali è un po’ un paradosso che resti obbligatoria l’unica disciplina che da tanti anni non lo è.

Per Educazione Fisica è tutta un’altra storia: doveva essere dimezzata, ma la mobilitazione di questi docenti ha ottenuto, unico caso, non solo un miglioramento rispetto alle prime bozze del decreto, ma in ripristino delle condizioni originarie. Resta un problema: il decreto prevede che un alunno possa far valere come crediti le proprie prestazioni presso una società sportiva esterna alla scuola.
In altre parole che possa evitare di scendere in palestra se ne frequenta una privata per conto suo. Non è una bella cosa e vedremo che conseguenze avrà, a partire da quelle sulla determinazione dell’organico di diritto e di fatto.

Tuttavia quando due settimane fa abbiamo cominciato questa carrellata avevamo messo in guardia che il problema non era quello della perdita immediata di organico, cosa che, pur con qualche ambiguità, sembra scongiurata dalla conservazione dell’organico di diritto del 2005-06 per i cinque anni successivi. Lo diciamo chiaramente anche per evitare di essere rimproverati dal Ministero di spargere allarmismi.
Ma i problemi restano: quando si parte cucendo un vestito stretto all’organizzazione scolastica e poi, di fronte all’impossibilità di reggere le contestazioni della categoria, dell’utenza e dell’opinione pubblica (tanto più se sancite da sconfitte elettorali), si pensa di dare indietro solo la stoffa tagliata, dicendo magari: “ricucitevela voi, magari anche subito con una sperimentazione”, è evidente che l’abito non riesce bene.
E a una signora elegante come il nostro Ministro questo particolare non può sfuggire.
No! occorre rivoltare l’abito se si vuole andare avanti e partire dal fatto che, date queste risorse, che sono il livello a cui si attesta una scuola in una società come la nostra, occorre riorganizzarle, non tagliarle e poi riaggiungerle, per ottenere il risultato. E occorre lasciare lo spazio perché il corpo all’interno dell’abito possa respirare.
Perchè, anche se il sarto restituisce la stoffa avanzata al cliente, l’abito stretto, alla prima prova, farà sentire tutte le punture degli spilli messi per tenerlo insieme.
Ed è ciò che accadrà con questa sperimentazione, tanto più che essa viene fatta più per anticipare che per provare.

Roma, 1 agosto 2005

(11 – fine)

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