Sperimentazione: comunicato della delegazione Valore Scuola nel C.N.P.I
Quando si propone un progetto nazionale di sperimentazione occorre indicare chiaramente le finalità, garantire le basilari condizioni di realizzazione in ordine ai tempi,alle procedure, alle necessarie risorse.
Quando si propone un progetto nazionale di sperimentazione occorre indicare chiaramente le finalità, garantire le basilari condizioni di realizzazione in ordine ai tempi,alle procedure, alle necessarie risorse. E occorre favorire un reale coinvolgimento delle scuole, garantendo effettivamente l’autonomia progettuale, didattica e organizzativa delle istituzioni scolastiche esplicitamente richiamata nelle recenti modifiche costituzionali.
Il progetto di sperimentazione del Ministro dell’istruzione non realizza tali condizioni. Per questo deve essere sostanzialmente riscritto.
Questo è il messaggio forte e inequivocabile che viene dal Consiglio nazionale della pubblica istruzione che con il previsto parere si inserisce autorevolmente nel dibattito di queste settimane.
Il C.N.P.I, sfuggendo a facili schematismi e sottolineando il valore della sperimentazione per l’attività educativa e l’azione della scuola, ha elaborato un ampio e articolato parere, in cui vengono affrontate le fondamentali questioni di metodo e di merito del progetto sperimentale,offrendo in tal modo, non solo al Ministro, ma anche alle scuole puntuali elementi di riflessione e di valutazione.
In tal modo il C.N.P.I riafferma il proprio ruolo istituzionale di organo di consulenza del Ministro e di rappresentanza del mondo della scuola, garante anche dell’autonomia delle istituzioni scolastiche.
Non è cosa da poco, considerando le modalità quasi improvvisate e prive di un reale coinvolgimento delle scuole con cui, anche in questo caso, ha proceduto l’amministrazione scolastica.
Per quanto riguarda l’impianto pedagogico, didattico e organizzativo del progetto il parere del C.N.P.I è altrettanto chiaro: sia per la scuola dell’infanzia che per la scuola elementare siamo in presenza di una proposta che delinea un orientamento riduttivo e pedagogicamente arretrato sulla stessa funzione della scuola dell’infanzia e della scuola elementare.
Si tratta di orientamenti e proposte ampiamente affrontate nel dibattito pedagogico e complessivamente superate.
In tale contesto risultano emblematici per la scuola dell’infanzia il riferimento, evidenziato dal parere, al carattere "preparatorio" della scuola dell’infanzia e, nella scuola elementare la netta riproposizione di un insegnante "unico", coadiuvato da insegnanti di laboratorio con cui si ripresentano vecchie gerarchie dei saperi e nuove gerarchie professionali.
Non sono possibili altri espedienti, né sono sufficienti generiche e parziali disponibilità.
Se il Ministro vuole aprire un confronto serio sulle proprie proposte di riforma e sul progetto di sperimentazione, un confronto che tenga in debita considerazione l’autonomia scolastica definita anche nel nuovo assetto costituzionale, deve ridefinire nel merito e nel metodo una proposta diversa.
Siamo convinti che da parte delle scuole arriveranno, in questa direzione,importanti contributi e coerenti decisioni.
Roma, 10 settembre 2002
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