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Secondaria superiore: cambio di rotta nella scelta degli indirizzi

Meno alunni ma anche opzioni diverse nelle scelte dei nuovi iscritti alle prime classi: calano gli iscritti ai licei e riprendono leggermente quota tecnici e professionali. Tendenze di fondo della società e effetti delle scelte politiche si intrecciano nel determinare e governare la nuova situazione.

02/04/2008
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Dai dati sulle iscrizioni nella scuole secondarie superiori si registra un significativo cambio di rotta nelle scelte degli italiani rispetto ai diversi indirizzi scolastici. Infatti all’interno di una riduzione di iscrizioni (circa 7.000 in meno rispetto allo scorso anno, pari all’1,19%) si modificano decisamente le scelte che privilegiano gli istituti tecnici, soprattutto quelli commerciali (+1,48%), mentre si riducono le iscrizioni ai licei classici (-3,64%) e scientifici (-4,55%).

Il dato della riduzione complessiva del numero di iscritti è forte soprattutto nelle regioni meridionali, mentre in quelle settentrionali è più contenuto o persino irrilevante, probabilmente anche in conseguenza di un più forte fenomeno immigratorio.

Significative anche alcune accentuazioni locali che riguardano alcuni settori scolastici:

  • i licei di tipo nuovo (linguistico, psicopedagogico ecc, per lo più derivati dalla soppressione degli istituti magistrali) registrano un aumento delle preferenze soprattutto in Umbria (+ 15,29%) Toscana (+ 10,99%), Marche (+ 10,82%), Piemonte (+6, 13%) e Emilia (+ 4,32%) a fronte di un dato nazionale sostanzialmente stabile al +0.35% ;

  • l’istruzione artistica ha un andamento assai diversificato da regione a regione con incrementi, forti in Basilicata, Friuli,Toscana, Liguria e Molise, meno forti in Lazio, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto, e veri e propri tracolli nelle altre regioni che la portano complessivamente a un -1,41% nazionale;

  • l’istruzione tecnica cresce soprattutto grazie agli indirizzi di tipo commerciale (geometri compresi) con punte alte in Friuli, Piemonte, Marche e Toscana, mentre gli industriali e gli agrari, sostanzialmente stabili nazionalmente (-0.06%) hanno regionalmente andamenti che variano da un +8, 93% della Toscana a un -7,20% della Calabria.

  • analogo l’andamento degli istituti professionali, stabili a livello nazionale (+0,11%) ma oscillanti da un +7,71% della Toscana a un -12,79% della Calabria;

  • unica controtendenza rispetto al calo nazionale per i licei classici dell’Abruzzo (+5,77%), mentre non vi sono eccezioni di sorta nel calo di iscrizioni al liceo scientifico.

Complessivamente la distribuzione risulta quest’anno la seguente: istruzione professionale 22,39% (era il 22,10%), istruzione tecnica 34,08% (33,48%), istruzione artistica 3,62% (idem), istruzione liceale 39,91% (40,83%).

Dal punto di vista della distribuzione complessiva si mantiene abbastanza alta la propensione all’iscrizione nei licei già verificata negli ultimi anni, ma il trend muta decisamente: segno che mentre la tendenza a uno spostamento verso i licei rimane attribuibile ad un processo di fondo della società italiana (individuabile anche nelle preferenze attribuite ad alcuni licei di tipo nuovo rispetto ai tradizionali classico e scientifico), la sua accentuazione negli ultimi anni, che sconfinava nell’ingovernabilità degli effetti formativi, era dovuta soprattutto agli input politici dati dalle riforme Moratti (licealizzazione, segregazione scolastica, spostamento dei professionali alle regioni, diplomi tecnologici non più professionalizzanti ecc.).

Al contrario il ripristino di alcune certezze nell’istruzione tecnica e professionale e una maggiore attenzione a queste scuole hanno ridato credibilità a questi percorsi, anche se, rispetto ad una concezione fortemente industrialista manifestata dal Ministero, le famiglie mostrano una tendenziale propensione a una formazione tecnico-professionale meno industriale e più legata al terziario, sicuramente più accattivante sul piano professionale ma probabilmente anche più realistica sul piano occupazionale, date le caratteristiche del nostro attuale mercato del lavoro.

Roma, 2 aprile 2008

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