Messa a norma degli edifici scolastici: Vince il partito della proroga
Il Senato ha approvato, tra gli altri, un emendamento relativo all’ennesima proroga della messa a norma degli edifici scolastici
Alla chetichella il Senato, nell’ambito della discussione sul Ddl onmibus del Governo dal titolo “Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 maggio 2004, n. 136, recante disposizioni urgenti per garantire la funzionalità di taluni settori della pubblica amministrazione. Disposizioni di delega legislativa e di proroga di termini”, ha approvato, tra gli altri, un emendamento relativo all’ennesima proroga della messa a norma degli edifici scolastici. L’art. 5-ter.- Utilizzazione delle risorse per l’adeguamento a norma degli edifici scolastici. – stabilisce che “Al fine di consentire la completa utilizzazione delle risorse stanziate per l’adeguamento a norma degli edifici scolastici, le regioni, a fronte di comprovate esigenze, possono fissare una nuova scadenza del termine indicato dall’articolo 15, comma 1, della legge 3 agosto 1999, n. 265, comunque non successiva al 31 dicembre 2005, relativamente alle opere di edilizia scolastica comprese nei rispettivi programmi di intervento”.
Come si ricorderà si è fatto ricorso alla proroga dei termini per la messa a norma degli edifici scolastici dall’entrata in vigore del D.lgs 626/94, modificato e integrato dal D.Lgs. 242/96, per ben tre volte: con la legge 340/97 venne prorogato dapprima il termine al 31 dicembre 1999; successivamente, con la legge 265/99, il termine fu ulteriormente prorogato al 31 dicembre 2004; ora viene prevista l’ennesimo rinvio fissato al 31 dicembre 2005. E’ vero che ora la discussione del Ddl va alla Camera, ma è presumibile che l’articolo sarà oggetto di ulteriori “incursioni” da parte del partito trasversale della proroga con ulteriori rinvii dei termini. Ciò per una ragione ben precisa: questo Governo non ha interesse a porre rimedio veramente all’emergenza edilizia scolastica - non considerata tale nemmeno dopo i tragici eventi del Molise a seguito del terremoto – con stanziamenti economici adeguati. Basti pensare alle insufficienti risorse stanziate che combinate con i tagli agli Enti locali certo non consentono gli interventi di messa a norma necessari per i 41.268 edifici scolastici. E ancora basti pensare alle risorse annunciate, mai stanziate dal Governo per gli interventi sugli edifici colpiti da calamità naturali come appunto le scuole del Molise. Quelle risorse erano contenute, art. 7 legge 289/2002, nel calderone dei cosiddetti interventi straordinari incluse le opere per le grandi infrastrutture quali il ponte sullo stretto di Messina e così via. Evidentemente fino ad oggi sono prevalsi altri interessi e altre destinazioni.
La FLC CGIL, coerentemente con i contenuti della piattaforma unitaria che va rilanciata ad ogni livello, ritiene che debba essere sconfitta la logica del rinvio e delle proroghe e che il Governo si faccia carico veramente sia in occasione della prossima finanziaria che in occasione del varo del DPEF del problema dell’edilizia scolastica e della definitiva messa a norma degli edifici. Gli studenti e i lavoratori della scuola hanno il diritto a studiare e lavorare in un ambiente sicuro.
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