La valutazione del dirigente: un documento dell’andis
Riceviamo e volentieri pubblichiamo di seguito un documento dell’Andis sulla valutazione dei Dirigenti Scolastici i cui presupposti teorici ed analitici sono da apprezzare
Riceviamo e volentieri pubblichiamo di seguito un documento dell’Andis (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) sulla valutazione dei Dirigenti Scolastici i cui presupposti teorici ed analitici sono da apprezzare anche in riferimento al dibattito e alle posizioni elaborate e sostenute dalla CGIL Scuola, insieme a CISL UIL Scuola e Snals, nel corso del confronto con il MIUR.
Ricordiamo, infatti, che il carattere sperimentale della valutazione di quest’anno, che non avrà conseguenze sul piano economico e giuridico (sul piano economico comunque tutti i Dirigenti Scolastici riceveranno la retribuzione di risultato consistente nel 20% della retribuzione di posizione), è il frutto della opposizione della CGIL Scuola, insieme a CISL UIL Scuola e Snals, ad un modello valutativo classificatorio e “ispettivo” non accettabile per la delicatezza della professionalità che viene valutata. Al contrario, alla base di una valutazione che voglia essere di promozione e sviluppo della professionalità, devono esserci un’idea e un modello di valutazione descrittiva e partecipata che rifugga da classificazioni e pagelle inidonee a rappresentare la complessità del lavoro dirigenziale nella scuola e a individuare la validità di prestazioni adulte e complesse.
Roma, 11 novembre 2003
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Ecco il testo del documento
La Valutazione del Dirigente Scolastico
Nello scorso mese di ottobre 2003, in sede di concertazione con le OO.SS. di categoria, la Direzione Generale del MIUR ha presentato il modello di valutazione dei Dirigenti Scolastici (DS) che prevede un anno di sperimentazione su un campione significativo di circa 2400 unità, prima della sua definitiva messa a regime prevista per l’A.S. 2004/’05
Dall’esame del testo, condotto sul filo del dibattito che l’Associazione non ha mai cessato di sviluppare attraverso seminari e convegni, nel corso di questi anni, il Direttivo Nazionale dell’ANDIS è pervenuto alle seguenti conclusioni.
In primo luogo, una premessa. L’avvio del processo di valutazione troverà accoglimento presso i DS soltanto se sarà, in ogni sua fase, detto e praticato un intendimento teso a sostenere, ad arricchire l’azione professionale del Dirigente, nella complessità del sistema-scuola. Cose e persone del processo valutativo dovranno cioè essere percepite dal DS come utile “specchio” informativo e formativo della sua azione: mai come ostili strumenti di vigilanza. Poiché presupposto dell’Autonomia – a chiunque concessa – non può mai essere un atto di sfiducia, a seguirne gli sviluppi non potrà logicamente essere mai un’azione di mero controllo.
Da questa premessa discendono un apprezzamento e una riserva. Il D.N. dell’ANDIS condivide la definizione esplicita delle 6 “aree di attività” nel cui ambito dovrà svolgersi la valutazione; apprezza convintamente la procedura di concertazione tra Valutatore e DS nella fase di scelta degli obiettivi da perseguire in ciascuna delle suddette aree, ma nel contempo esprime netto dissenso rispetto all’espressione finale della valutazione.
Se infatti si condivide il contenuto della premessa, una valutazione che si concluda con giudizi sintetici articolati su tre livelli (standard da migliorare, standard da apprezzare, standard di eccellenza) richiama palesemente un modello valutativo di carattere “ispettivo”, niente affatto orientato alla cooperazione tra valutatore e valutato nella scommessa della complessità del sistema-scuola.
Per ristabilire un rapporto di coerenza con la premessa è necessario allora, a giudizio dell’ANDIS, che il carattere formativo della valutazione si esprima in locuzioni analitiche, distese: di apprezzamento per l’efficacia dei processi attivati dal DS o, comunque, descrittive dei punti di debolezza in caso di obiettivi perseguiti e non raggiunti.
Se, al contrario, non si porrà mano alla modifica delle valutazioni conclusive nella direzione “formativa” dianzi descritta, c’è da prevedere esiti contraddittori anche nella formazione dei valutatori: chiamati, per un verso, ad interloquire con spirito cooperativo nella relazione con il DS; per altro verso, ad esprimersi in termini “ispettivi" a conclusione dell’intervento.
Condividendo la scelta di realizzare la sperimentazione del modello attraverso l’INVALSI, con metodi statistici scientificamente validati, l’ANDIS auspica infine il massimo di trasparenza pubblica per ogni fase dell’intero percorso sperimentale.
(approvato all’unanimità dal Direttivo Nazionale)
Vico Equense, 4 novembre 2003
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