Inclusione scolastica: incontro al Ministero sulla nota che avvia i percorsi di formazione obbligatoria
La FLC chiede di considerare le 25 ore di formazione nelle attività funzionali. Interlocutoria la risposta dell’Amministrazione. Contrasteremo qualsiasi imposizione di obblighi aggiuntivi per i docenti.
Si è svolto in data 14 settembre 2021, a seguito di richiesta sindacale, l’incontro con il Ministero dell’Istruzione per discutere della nota ministeriale 27622 del 6 settembre scorso emanata dal MI senza alcun confronto con le organizzazioni sindacali e relativa allo svolgimento delle attività formative obbligatorie per i docenti non specializzati, impegnati nelle classi con studenti con disabilità.
In apertura il Direttore Generale del Personale, Dott. F. Serra, ha comunicato che la nota citata si limita ad esplicitare alcuni aspetti applicativi dell’art. 1 comma 961 della Legge 178/2020 (legge di bilancio) che ha disposto un’attività obbligatoria di formazione di 25 ore sui temi dell’inclusione scolastica per tutto il personale docente da svolgere entro l’anno.
La FLC CGIL è intervenuta per ribadire, come già avvenuto in occasione del varo della legge di bilancio e del successivo DM 188/2021, il proprio profondo dissenso nei confronti di questa disposizione che ha introdotto per il personale docente una formazione obbligatoria senza esonero dal servizio in spregio sia delle prerogative contrattuali che dell’autonomia professionale dei docenti. In discussione non è il valore della formazione in sè specie su temi importanti e fondamentali come quello dell’inclusione scolastica. La questione è che la formazione del personale non può essere definita in modo unilaterale dall’Amministrazione perché ciò interferisce con la sovranità degli organi collegiali e ha ricadute sul rapporto di lavoro, introducendo obblighi di servizio senza che questa materia sia regolata contrattualmente.
La nota del MI del 6 settembre 2021, come altre, è stata emanata senza alcuna informativa o confronto con il sindacato sia rispetto alle modalità di attuazione dei corsi di formazione che riguardo le risorse stanziate per l’organizzazione delle attività, nonostante le disposizioni contrattuali in vigore prevedano espressamente che queste materie siano oggetto di relazioni sindacali.
Nel merito della nota la FLC CGIL ha evidenziato come questa aggiunga ulteriori elementi di criticità e confusione per le scuole e per il personale, come ad esempio la tempistica molto ristretta che impone lo svolgimento delle attività di formazione entro novembre; la confusa ripartizione delle competenze organizzative tra le scuole polo per la formazione e le singole istituzioni scolastiche; la discutibile previsione di un test di valutazione al termine delle attività di formazione.
La FLC ha perciò richiesto di prevedere che le attività di formazione siano comprese negli obblighi di servizio e ad esempio inserite all’interno dell’attuale pacchetto di 40 ore destinate alle attività funzionali all’insegnamento (di cui all’art. 29 del CCNL/2007).
Al termine degli interventi l’Amministrazione ha chiarito alcuni aspetti: per quanto riguarda la tempistica il Ministero sta valutando la possibilità di far slittare la scadenza oltre il mese di novembre; rispetto alla valutazione finale è stato esplicitato che non riguarda il personale, ma si tratta di un monitoraggio finalizzato a comprendere la validità del percorso formativo proposto.
Infine l’Amministrazione si è riservata di valutare la richiesta avanzata dal sindacato riguardo la possibilità di ricondurre le attività di formazione dei docenti all’interno del monte ore delle attività funzionali all’insegnamento.
Restiamo quindi in attesa di risposta che auspichiamo positiva dell’Amministrazione. Diversamente metteremo in campo azioni di tutela sindacale nei confronti dei lavoratori poiché non è nostra intenzione subire un'estensione senza colpo ferire degli obblighi di servizio dei docenti. In quest’ultimo caso lo svolgimento delle attività di formazione su un tema così di rilievo come l’inclusione scolastica sarà effettuato in un clima di diffuso contenzioso legale e sindacale. E questa responsabilità ricadrà sul MI.
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