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Il Ministero fa propaganda sul suo modello di scuola elementare. Con quali soldi?

Le scuole ricevono un depliant da dare alle famiglie che illustra la "novità" delle 24 ore settimanali. Una domanda si impone: seppur pochi, da dove ha preso i soldi il Ministro?

03/02/2009
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Nei nostri contatti quotidiani con le scuole abbiamo appreso che le scuole elementari stanno ricevendo un depliant patinato con cui il Ministero illustra alle famiglie la nuova strabiliante offerta formativa che ora si “amplia” con la proposta di più modelli orari (24, 27, 30, 40).

A parte il contenuto, discutibile e discusso, che pateticamente presenta la sventagliata di offerta di modelli, come se ciò potesse nascondere il fatto che la riduzione oraria e la eliminazione delle compresenze deprimono l’apprendimento dei nostri alunni.

E a parte la ricognizione dell’offerta dell’insegnamento dell’inglese che naturalmente nasconde la qualità di questa offerta affidata ad insegnanti che diventeranno maestri di questa lingua dopo 150 ore di corso.
A parte i giochi linguistici che parlano di maestro unico di riferimento (quando la logica vuole che una cosa unica sia unica), quasi a voler sottolinearne l’immancabile impraticabilità.

Quello che ci preme sottolineare e chiedere è la seguente cosa: quanto sono costati questi depliants? E, immaginando che essi siano costati poco, anche perché pochi ne sono stati inviati alle scuole quasi a voler invitare le istituzioni scolastiche a duplicarli (cosa che dubitiamo che le scuole faranno), tuttavia, questi pochi soldi da dove sono stati presi?

Già una volta il Ministro Moratti per pubblicizzare la sua controriforma prese i soldi della 440 sul sostegno all’autonomia scolastica. Ci chiediamo: sono stati presi anche questa volta da lì? E con quale coraggio? Con quale coraggio si sono spesi questi soldi quando le scuole sono strangolate dai debiti (che poi sono crediti) per le supplenze, quando dovrebbero pagare le visite fiscali per corrispondere alle pulsioni “antistatale” del Ministro Brunetta (ma è evidente che senza soldi le scuole possono non inviare le visite fiscali oppure non pagarle finché lo stesso Ministro non si chiarisce con il suo collega del Tesoro come ha affermato rispondendo ad una interrogazione parlamentare), quando non hanno nemmeno un euro da mettere in bilancio 2009 per il normale funzionamento?

Le scuole sono lasciate a boccheggiare e poi per farsi propaganda si trovano i soldi (non importa se tanti o pochi).
E’ accettabile tutto questo?

Noi abbiamo protestato da tempo e da ultimo qualche giorno fa, avanzando precise proposte per il finanziamento della scuola pubblica. E siamo intenzionati a continuare la nostra lotta (sit in davanti al MIUR il 12 febbraio) a difesa della scuola pubblica e dei suoi professionisti.

Roma, 3 febbraio 2009

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