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Estero - Audizione al CGIE

Le organizzazioni sindacali ribadiscono il loro no alla privatizzazione dei corsi di lingua e cultura

08/07/2005
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Nell’ambito dei lavori della IV commissione tematica – scuola e cultura - del CGIE (Consiglio Generale degli italiani all’Estero) del 6 luglio, il Segretario Generale di detto organismo, dott. Franco Narducci, ha chiesto alle organizzazioni sindacali della scuola – FLC Cgil, Cisl Scuola, Uil scuola e Snals – un’audizione “per una riflessione sugli sviluppi futuri nel settore lingua e cultura all’estero e per valutare le possibili sinergie tra insegnanti di ruolo e insegnanti assunti dagli enti”.

Nel passato il CGIE aveva chiesto il parere delle organizzazioni sindacali della scuola - prima con un’audizione avanti la IV commissione tematica e successivamente in occasione dell’assemblea generale della estate del 2003 - sulla bozza di disegno di legge di revisione della L. 153/71 proposta dal MAE. In entrambe le circostanze le organizzazioni sindacali hanno manifestato la loro netta contrarietà. Le ragioni di tale contrarietà erano dettate dal fatto che quel progetto mirava a smantellare l’attuale sistema privatizzandolo con l’affidamento ai soli enti gestori dell’intera attività corsuale. In questo settore la presenza diretta e la centralità dell’intervento pubblico non può essere messo in discussione in nessun caso.

La posizione decisamente contraria delle organizzazioni sindacali ha prodotto, per certi versi, un rallentamento del progetto di disegno di legge anche per via del fatto che alcune critiche avanzate dal sindacato sono state condivise dallo stesso CGIE. Questo non ha impedito, però, la circolazione di ulteriori versioni di modifica del testo iniziale, sulle quali il giudizio delle organizzazioni sindacali è rimasto immutato in quanto non è mutata radicalmente la filosofia che ispira tali proposte. Di fatto la “proposta” di legge di riforma della 153 è stata momentaneamente accantonata. In occasione dell’audizione il CGIE ha confermato tale situazione anche se non ha escluso possibili colpi di coda da parte del MAE in occasione del prossimo appuntamento elettorale. Da quì la necessità da parte del CGIE di ascoltare l’opinione delle organizzazioni sindacali per una loro ulteriore valutazione.

Anche in occasione di quest’ultima audizione le organizzazioni sindacali della scuola hanno riaffermato la loro netta contrarietà ai processi di privatizzazione ribadendo quanto già detto nel documento unitario del 9 luglio 2003 consegnato allo stesso CGIE.

La FLC Cgil ha espresso una valutazione negativa su tutte le bozze di revisione della legge non solo perché la privatizzazione sancisce la fine dell’intervento diretto dello stato ma anche perché i processi di privatizzazione darebbero vita ad un sistema alternativo estraneo al nostro sistema nazionale di istruzione e formazione che ha nell’intervento pubblico la sua centralità. In questi anni, grazie anche alla presenza e all’impiego di personale della scuola statale gli interventi di promozione della lingua e della cultura italiana, sono stati, soprattutto in Europa, un momento importante di integrazione e di relazione con i sistemi formativi locali.
A parere della FLC Cgil queste esperienze vanno rafforzate e implementate e non cancellate per semplice calcolo elettorale o ideologico o per contenere le spese. Occorre semmai rivedere gli interventi della 153 dentro una legge quadro di riordino complessivo del sistema di istruzione e formazione italiano all’estero che sancisca definitivamente la centralità dell’intervento pubblico e che consideri le scuole e le istituzioni scolastiche statali italiane all’estero come parte integrante del nostro sistema pubblico di istruzione. L’autonomia scolastica alle scuole e alle istituzioni scolastiche italiane all’estero direttamente gestite dallo Stato e un ventaglio di regole per gli altri soggetti interessati rappresentano lo snodo per la realizzazione effettiva di una riforma organica dell’intero settore.
Dentro questo quadro è possibile definire con puntualità l’orizzonte dei diritti e dei doveri sia degli enti gestori e dei loro dipendenti con particolare riferimento alle garanzie contrattuali.
Le organizzazioni sindacali hanno, pertanto, registrato un rinnovato interesse da parte del CGIE nel considerare le loro posizioni. Questo a significare che sono state poste le premesse per continuare il dialogo anche per il prossimo futuro e per superare quegli equivoci e quelle incomprensioni che nel passato hanno segnato i rapporti tra le organizzazioni sindacali della scuola e parte del CGIE.

Roma, 8 luglio 2005

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