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Contingente 2006/2007: verso un mancato accordo

Dalle OO.SS. critiche alle scelte del MAE

03/03/2006
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Anche in questa tornata di revisione annuale dei posti di contingente di personale dirigente, docente e Ata da destinare all’estero per l’anno scolastico 2006/2007 si profila un mancato accordo, così come è accaduto nei passati anni scolastici.

Cambiano i vertici – nell’incontro di ieri ci è stato comunicato che il ministro plenipotenziario Gherardo La Francesca è il nuovo direttore delle culturali - ma la politica rimane sempre la stessa.

Le proposte dell’Amministrazione appaiono, ancora una volta, connotate dall’assenza di una seria e articolata programmazione degli obiettivi di politica scolastica e di diffusione della lingua e della cultura italiane. Si naviga a vista!

Si interviene in maniera contraddittoria e inefficace solo ed esclusivamente sulla base di scelte arbitrarie dettate da logiche “incomprensibili” e “inaccettabili”, nell’obiettivo, in alcune circostanze, di soddisfare le “bizzarrie” di consoli e ambasciatori di turno.

Eppure in questa occasione, anche per effetto di un cambiamento ai vertici delle culturali e della delegazione trattanti, ci si aspettava un minimo di coerenza.

La logica avrebbe voluto che l’ampliamento del contingente di tre unità fosse destinato, almeno in parte, a soddisfare parte dei bisogni necessari per la realizzazione della statizzazione delle scuole materne annesse alle scuole statali italiane all’estero.

Non è così! Quelle risorse sono, invece, destinate ad altro e in alcune circostanze tese a favorire le scuole private paritarie assegnando loro, oltre ai finanziamenti già previsti, risorse di contingente quindi ulteriori finanziamenti indiretti.

Il dramma è che nel fare questo vengono tagliate le risorse di contingente alle scuole statali all’estero e alle iniziative scolastiche. Le motivazioni insostenibili e aleatorie come nel caso della proposta di “verticalizzazione” ovvero della costituzione di un unico “mega” istituto a Madrid. Operazione, questa, che se dovesse andare in porto segnerebbe il declino di quelle istituzioni.

Non solo! C’è il rischio fondato che la Casa d’Italia a Zurigo scompaia. Se non viene sostenuto e avviato rapidamente un progetto di costituzione di un polo scolastico bilingue statale che va oltre il livello elementare scomparirebbe definitivamente la presenza della scuola italiana statale in Svizzera a vantaggio degli interventi dei privati.

Il tagli, inoltre, alle scuole di Parigi e di Atene confermano la tendenza a svilire ulteriormente quelle istituzioni che invece necessiterebbero di essere rilanciate e riqualificate anche attraverso un ampliamento dell’offerta formativa ed una concreta realizzazione dell’autonomia scolastica.

Sul versante dei corsi la chiusura definitiva dell’ufficio scuola in Lussemburgo è la testimonianza di un assurda politica da parte del MAE che contraddice la recente risoluzione della Comunità Europea in base alla quale si chiede, ai Paesi membri, impegni maggiori per rafforzare l’integrazione linguistica e culturale dell’Unione Europea.

Insomma non ci siamo! Scavando ci viene il forte dubbio che alcune scelte, che privilegiano particolari paesi, siano dettate più che dalla necessità di una razionalizzazione della rete dal tentativo di soddisfare esigenze di singoli gruppi di pressione. Vuoi vedere che c’è una diretta relazione tra certe scelte e il prossimo appuntamento elettorale?

La FLC Cgil, unitamente alle altre OO.SS., hanno ampiamente contestato, in corso della riunione del 2 marzo, le proposte sia sul piano generale che particolare e hanno chiesto all’Amministrazione una revisione di quelle scelte ritenute ingiustificate e inaccettabili.

Se le tendenze ricordate dovessero essere confermate, la FLC Cgil esprimerà il suo giudizio negativo.

Roma, 3 marzo 2006

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