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Alcune domande per il Ministro sulla ricerca

Ieri il ministro Mussi ha spiegato in un incontro pubblico i provvedimenti per la ricerca varati nel CdM di venerdì 22 e le sue richeste per la Finanziaria

28/09/2006
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Ieri il Ministro Mussi, ad un incontro promosso dai gruppi parlamentari DS e Margherita su scuola, università e ricerca a cui ha partecipato anche il ministro Fioroni, ha esplicitato il suo programma in particolare rispetto alla prossima Finanziaria, ma proiettando il ragionamento anche sul futuro. Troviamo condivisibile il complesso degli argomenti portati e l’obiettivo politico di potenziare, qualificare e liberare dalle ingerenze politiche e dalle incrostazioni burocratiche il mondo della ricerca pubblica italiana, idee e obiettivi più argomentati, ma coerenti con il programma dell’Unione, ma crediamo utile esplicitare alcune perplessità di merito e di metodo:

  • ieri il Ministro ha detto di aver chiesto che alcune delle norme annunciate già nel CdM di venerdì scorso vengano inserite in Finanziaria garantendo un cammino parlamentare più veloce e sicuro; questo fatto può spiegare ma non giustificare interamente il “mistero” che circonda la precisa stesura di norme di assoluto rilievo per il mondo della ricerca; si tratta di una questione non solo di metodo, ma anche e forse più di merito: molti dei procedimenti annunciati dipendono sia per la precisa comprensione delle conseguenze, sia per valutarne l’efficacia, dalla precisa stesura che assumono.

  • l’istituzione del FIRST (Fondo per gli Investimenti Ricerca Scientifica e Tecnologica) può essere un’utile strumento di razionalizzazione o avere implicazioni diverse e meno gradite, come ad esempio una maggior discrezionalità da parte del Governo nello spostare risorse dalla ricerca di base a quella precompetitiva, a seconda delle modalità con cui il fondo unico verrà gestito; modalità sulle quali ad oggi nella si conosce;

  • l’efficacia dell’importantissima norma che vincola la possibilità di nuove assunzioni al rispetto del limite dell’80% sul budget complessivo dipende in maniera drastica da quale regime autorizzatorio residui a questa decisione: scompare il concetto stesso di dotazione organica e, se no, a quali procedure autorizzative sono vincolate sue future modificazioni?

  • è da tempo nota l’intenzione, confermata, di chiedere una delega al Governo per il riordino degli enti di ricerca e dovrebbe essere altrettanto noto al Governo che tale strumento non è gradito per diversi e fondati motivi; se si ritiene che la situazione parlamentare imponga tale scelta per rendere possibile un’incisiva azione di governativa si devono però creare le condizioni per una continua e puntuale condivisione dei provvedimenti;.

  • il Ministro ha annunciato un “saldo positivo” in finanziaria di circa 500 Mln di Euro tra tagli e maggiori investimenti, prevalentemente concentrati su finanziamento ordinario alle Università ed agli Enti, diritto allo studio ed edilizia; ciò non ci sembra irragionevole anche se pensavamo che l’impegno per la ricerca potesse e dovesse essere maggiore, ma il mistero sulla provenienza dei circa 400 Mln di euro di tagli ci preoccupa: siamo anche noi convinti che esistano residui sprechi da sanare, a partire da quello delle consulenze di morattiana memoria presso il Ministero, ma la quantificazione e la distribuzione dei risparmi su capitoli che non intacchino la funzionalità di enti e università ci sembra argomento non banale.

Roma, 28 settembre 2006