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Messaggero-La Cgil: "Per gli attuali precari si riducono le possibilità di impiego"

LE REAZIONI La Cgil: "Per gli attuali precari si riducono le possibilità di impiego" di ANNA MARIA SERSALE ROMA - Graduatorie permanenti addio. Quelle esistenti andrann...

21/07/2004
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Il Messaggero

LE REAZIONI
La Cgil: "Per gli attuali precari si riducono le possibilità di impiego"
di ANNA MARIA SERSALE

ROMA - Graduatorie permanenti addio. Quelle esistenti andranno ad esaurimento: cambia il sistema di reclutamento degli insegnanti. Sta per andare in Consiglio dei ministri il quinto decreto attuativo della riforma Moratti, che introdurrà nuove regole per l'accesso alla professione e modificherà il sistema di formazione e selezione.
Un cambiamento storico, quello della soppressione delle graduatorie, i cui effetti sono tutti da valutare. I sindacati sono già sul piede di guerra. "Salta un modello - affermano - che nonostante i difetti garantiva trasparenza. La verità è che manca la volontà politica di riformare, mantenendo equità e giustizia". Ma vediamo che cosa prevede il decreto che andrà al vaglio di Palazzo Chigi. Corsi universitari di specializzazione - a numero chiuso - per la formazione degli aspiranti insegnanti. Poi, inserimento nella scuola con forme di praticantato. Inoltre programmazione triennale delle cattedre vacanti.
Il provvedimento, che dovrebbe essere presentato in tempi brevi, arriva mentre nella scuola è alta la tensione per colpa della legge approvata lo scorso giugno che aveva scatenato l'ennesima valanga di proteste. Nel mirino dei 200mila precari in attesa di collocazione era finito il "doppio punteggio, con valore retroattivo", che doveva premiare chi aveva insegnato nelle scuole di montagna. La norma, che ora il Parlamento cerca di modificare, secondo i Comitati dei precari è un grande "pasticcio". Ma vediamo nel dettaglio che cosa contiene la riforma che rivoluzionerà la vita dei docenti. In dieci pagine sono contenuti cinque articoli.
La formazione. Per i docenti del primo ciclo e del secondo ciclo ha pari dignità e si svolgerà nelle università (e nelle istituzioni di Alta formazione artistica e musicale) attraverso corsi di laurea specialistica, a numero chiuso, che abilitano all'insegnamento. L'accesso a questi corsi avviene previo superamento di specifiche prove di ammissione a livello nazionale che puntano ad accertare il possesso dei requisiti minimi curriculari e l'adeguatezza della preparazione dei candidati. Sono possibili anche stage all'estero.
Graduatorie addio. Il decreto sulla formazione sancisce la fine delle graduatorie. Quelle che attualmente esistono saranno a esaurimento. Le norme transitorie e finali del provvedimento prevedono che, nel frattempo, il numero complessivo di posti disponibili in base alla programmazione triennale sia così ripartito: il 25% riservato ai corsi di laurea specialistica, il 25% agli idonei dei concorsi a posti e cattedre per esami e titoli e il 50% agli iscritti nelle graduatorie permanenti.
Posti programmati. Dopo aver individuato la relativa copertura finanziaria, il ministro dell'Istruzione, con un decreto adottato di concerto con i colleghi dell'Economia e della Funzione pubblica, determinerà per ogni triennio la programmazione dei posti disponibili e vacanti a livello nazionale, tenuto conto dei posti comunicati dalle Regioni in relazione ai percorsi di istruzione e formazione professionale. Con un decreto ministeriale si provvederà poi annualmente alla ripartizione dei posti per l'ammissione ai corsi di laurea specialistica attivati dalle università.
Contratti di praticantato. Per immettersi in ruolo i laureati abilitati all'insegnamento dovranno svolgere una sorta di praticantato attraverso contratti di formazione-lavoro con le scuole interessate. Per accedere a questo tipo di contratto i laureati abilitati dovranno iscriversi in un apposito Albo regionale. Compiuto il tirocinio scatterà l'assunzione con un vincolo di permanenza per almeno 3 anni scolastici nell'istituto presso cui si è svolto il praticantato.
Centri di servizio. Presso le università saranno istituiti anche dei Centri per la formazione dei tutor, ossia degli insegnanti che avranno il compito di organizzare e monitorare le attività della scuola. In modo che la formazione professionale sia coerente con il profilo culturale richiesto.


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