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Gazettino-Venezia-Nuovo contratto, sì con riserva

SCUOLA Il rinnovo riguarda undicimila lavoratori nella nostra provincia: 8500 insegnanti e 2500 Ata Nuovo contratto, sì con riserva Moderata soddisfazione per Snals e confederali, bocciatura pe...

19/05/2003
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Il Gazzettino

SCUOLA Il rinnovo riguarda undicimila lavoratori nella nostra provincia: 8500 insegnanti e 2500 Ata
Nuovo contratto, sì con riserva
Moderata soddisfazione per Snals e confederali, bocciatura per Gilda, Cobas e Unicobas
I sindacati accolgono con moderata soddisfazione la firma del nuovo contratto collettivo nazionale di lavoro per la scuola. L'accordo è stato siglato l'altro ieri tra il Governo e i rappresentanti di Snals, Cgil, Cisl, e Uil a diciassette mesi di distanza dalla scadenza del precedente e dopo sette mesi di lunghissime ed estenuanti trattative, uno sciopero generale ed altre iniziative di mobilitazione messe in atto dalle organizzazioni di categoria. Ma Gilda, Cobas e Unicobas non hanno firmato il negoziato, spaccando di fatto il fronte sindacale.
Il rinnovo riguarda più di un milione di persone, 850 mila docenti e 260 mila Ata ovvero il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario, in ambito nazionale e undicimila lavoratori in ambito provinciale, 8500 insegnanti e 2500 Ata. L'intesa raggiunta fra le parti sociali determina mediamente un aumento mensile lordo di 147 euro per i docenti e 93 per gli impiegati della scuola, ed è valida per la parte normativa dal gennaio 2002 al dicembre 2005, mentre per quella economica dal 1 gennaio 2003 al 31 dicembre 2005. Le organizzazioni che hanno sottoscritto l'accordo esprimono soddisfazione per la conclusione delle trattative pur nella convinzione che non si sia giunti alla soluzione ottimale, e intanto rilanciano l'allarme sulla situazione che sta attraversando la scuola e auspicano di ritrovare presto l'unità sindacale.

"Il nuovo contratto non ci soddisfa pienamente perché non è il contratto di svolta per la scuola che chiedevamo - sottolinea il segretario provinciale dello Snals, Giovanni Giordano -. E' però un primo passo avanti per la tutela del personale e la valorizzazione del servizio, due aspetti che sono strettamente connessi fra loro. Di positivo c'è che si raggiunge qualche risultato importante come la salvaguardia e il rafforzamento del principio di autonomia scolastica, di negativo che non si finanzia quel piano finanziario pluriennale che dovrebbe fondare il sistema di carriere del personale".

Parere positivo con riserva giunge da Luigi Rossi, segretario provinciale della Cgil scuola, che attende di convocare i lavoratori nelle assemblee per una valutazione definitiva. "Poteva andare meglio ma contestualmente con la situazione, dopo diciassette mesi di scadenza, lo sciopero generale, l'attacco al sindacato e il rischio che saltasse tutto, va bene così. Bene la difesa dell'autonomia scolastica e della contrattazione d'istituto, un principio che va in controtendenza rispetto alla riforma Moratti, mentre mi preoccupano molto le modifiche alla struttura degli organici nel quadro di una politica governativa che è all'insegna dei tagli".

Promozione quasi completa per Roberto Cardarola, segretario provinciale della Cisl scuola. "Siamo soddisfatti - sono le sue parole - sia per la parte economica che per quella normativa, per la quale sono state recepite le nostre richieste. Il contratto rappresenta una soluzione soddisfacente fermo restando che non si può ottenere il massimo. Tra l'altro il personale scolastico avrà un trattamento diverso, cioè più favorevole, rispetto al resto del pubblico impiego".

Francesco Cammarata, segretario Uil di settore, sposa in pieno la teoria che è "meglio il poco del niente". "L'aspetto più positivo è che dopo quasi due anni finalmente abbiamo un contratto, ma qui siamo messi davvero male. Speriamo che il Governo si ravveda perché la scuola è bistrattata, solo in provincia di Venezia presto perderemo 122 collaboratori scolastici".

Giudizio negativo senza appello arriva invece da Gilda e Cobas, per i quali si tratta di "un contratto mortificante che non recupera l'inflazione reale e non riconosce la specificità del ruolo del docente". Molto critico anche Unicobas. "E' l'ennesimo contratto a perdere che ci ricaccia ai livelli retributivi di 5 anni fa e ci allontana dall'Europa - si legge in un comunicato del segretario nazionale, Stefano d'Errico -. Rivendichiamo aumenti che ci portino realmente alla media retributiva europea, dalla quale ci separano almeno 500 euro netti mensili, e per questo siamo pronti a nuove forme di lotta a partire dal blocco degli scrutini di fine anno".

Alvise Sperandio


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