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Corriere-Nuovi docenti, arriva il praticantato

Nuovi docenti, arriva il praticantato Riforma Moratti, un posto su 4 a chi ha la laurea specialistica. Assunzioni dirette a scuola ROMA - Cambiano i percorsi che portano alla cattedra. I...

21/07/2004
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Corriere della sera

Nuovi docenti, arriva il praticantato

Riforma Moratti, un posto su 4 a chi ha la laurea specialistica. Assunzioni dirette a scuola

ROMA - Cambiano i percorsi che portano alla cattedra. Il 25 per cento delle assunzioni autorizzate dal ministero del Tesoro viene fatto dalla scuola. L'istituto può assumere i docenti in possesso di una laurea specialistica, richiesta dalla materna alle superiori, e che hanno superato un tirocinio di due anni svoltosi nelle proprie aule, regolato con un contratto di formazione lavoro. Il docente si impegna a non cambiare sede per tre anni. Il restante 75 per cento dei posti, riservato ai precari storici (50 per cento) e agli idonei (25 per cento), viene attinto alle graduatorie degli idonei dei concorsi e a quelle permanenti che diventano graduatorie ad esaurimento. E a man mano che si svuotano - ci vorranno mediamente più di 20 anni per gli ultimi arrivati - cresce in proporzione la percentuale di posti riservati al nuovo modello di insegnante specializzato, fino al cento per cento. E aumenta quindi la quota di assunzioni decise dalle scuole. E' quanto prevede il decreto di attuazione dell'articolo cinque della riforma Moratti che definisce la formazione e il profilo professionale del prof di domani. La proposta attende di essere inserita nell'ordine del giorno di uno dei prossimi consigli dei ministri. Ma già arrivano le prime critiche dai sindacati. Enrico Panini (Cgil) parla apertamente di "un futuro da precari per tutti" e accusa il ministro di volere "cambiare le regole senza alcun confronto". DALL'UNIVERSITA' ALLA CATTEDRA - Si profila all'orizzonte un piccolo ma significativo cambiamento: una fetta del mercato del lavoro dell'istruzione, destinata a crescere, viene riservata a una nuova figura professionale che passa direttamente dalle aule universitarie alla cattedra - sette anni di percorso compresi i due di praticantato con un contratto di formazione lavoro - senza il lunghissimo quanto improprio tirocinio del precariato. Si sale in cattedra dopo una serie di valutazioni, l'ultima delle quali riguarda non tanto gli aspetti teorici della professione ma la pratica, il saper insegnare. Le strade che portano all'insegnamento fino ad oggi non sono riuscite ad evitare la palude del precariato, una condizione di incertezza che accomuna centinaia di migliaia di aspiranti prof, con un'età media di 40 anni e la prospettiva di un'assunzione in tempi molto lunghi: dai sei ai dieci anni per chi è già entrato negli "anta", fino a 25 o 30 per i più giovani. I docenti precari sono oltre 470 mila. In realtà ne andrebbero sottratti 102 mila. Sono tanti, infatti, i prof già assunti che però restano nelle graduatorie permanenti in attesa di ottenere una nuova cattedra in una diversa classe di concorso.

PROF PIÙ GIOVANI - Con il progressivo svuotamento delle graduatorie permanenti un numero sempre più elevato di giovani potrebbe abbracciare subito la professione dell'insegnamento, con una forte motivazione e senza pagare il duro pegno del precariato che emargina e scoraggia. Basti pensare all'interminabile trafila delle supplenze.

LA CHIAMATA - L'università e la scuola della Regione stipulano una convenzione e organizzano il tirocinio biennale per gli insegnanti specializzandi. Durante questo periodo il docente-praticante svolge una regolare attività di insegnamento. Le scuole scelgono il docente praticante per il tirocinio da un albo regionale degli specializzati (non è una graduatoria) e se il docente è d'accordo, le due parti firmano un contratto di formazione lavoro. Alcuni docenti della scuola durante il tirocinio svolgono funzioni di tutoraggio. Se non si trova un accordo il docente cerca un'altra scuola per il tirocinio. Al termine del quale, dopo aver superato una prova, può essere assunto a tempo indeterminato.
Giulio Benedetti


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