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Arrivano i tagli alle università più virtuose

Oltre al fondo ordinario, anche quello “premiale” viene decurtato del 10%. Il Pd propone un Btp speciale per lo sviluppo

05/11/2013
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la Repubblica


ROBERTO PETRINI
ROMA
— Ci vogliono 2-2,5 miliardi in più. I relatori della legge di Stabilità, Giorgio Santini (Pd) e Antonio D’Alì (Pdl), in vista di giovedì, data fissata per gli emendamenti, scoprono le carte sulla manovra 2014. «Servono assolutamente più risorse », spiega D’Alì. Santini prospetta le ipotesi di nuove coperture: una emissione speciale di Btp destinata a crescita e sviluppo, risorse dalle banche e dalla Cassa depositi e prestiti. Ma sul piatto anche il ritorno dell’aumento della tassa sulle rendite
finanziare (non esclusa ieri da Epifani, ma che trova contrario il ministro per lo Sviluppo Zanonato) e la Google tax proposta da Boccia (Pd).
I campi di intervento sono i due «critici » sui quali si è sviluppata la polemica: il cuneo fiscale e la tassa sulla casa. Per il «cuneo » Santini prevede di «concentrare le risorse su un’area più ristretta in modo da rendere l’intervento più efficace». Mentre per la casa l’esigenza è quella di non far pagare l’Imu prima casa a chi non l’aveva pagata nel 2012: circa 2 milioni di contribuenti che, in mancanza di detrazioni, si
troverebbero costretti a sostenere l’onere. Il fronte della manovra si scalda mentre migliora il fabbisogno: ad ottobre è sceso di 1,5 miliardi a quota 11,5 miliardi.
Intanto il mondo dell’Università è sul piede di guerra per il taglio del cosiddetto «fondo premiale» che, in base alla riforma, dovrebbe dare maggiori risorse agli atenei più «virtuosi». In prima linea l’Università di Bologna, ai top delle classifiche, dove il rettore, Ivano Dionigi, ha invitato per oggi tutti i docenti a fare «cinque minuti di lezione sui tagli». Il fondo di finanziamento ordinario dell’Università è stato già tagliato
del 5,5 per cento sul 2013: in base al decreto sulle misure urgenti per la scuola e la ricerca, la quota «premiale», invece di aumentare (come prevedeva un emendamento bloccato dalla Ragioneria genera-le), è scesa del 10,1 per cento, da 910 a 818 milioni riducendosi sul fondo di finanziamento ordinario. Le università «virtuose» dunque si troveranno con meno risorse: «E’ sconfortante ammettere che la tanto declamata Valutazione della qualità della ricerca non conti nulla», ha detto Ivano Dionigi.


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