Riduzione dei carichi orari nell’Istruzione professionale
Secondo incontro, ancora interlocutorio, sull’argomento
La Legge finanziaria prevedeva la “riduzione, a decorrere dall’anno 2007-2008, dei carichi orari di lezione dei primi due anni dell’istruzione professionale, secondo criteri di maggiore flessibilità, di più elevata professionalizzazione e di funzionale collegamento col territorio”. Una formulazione che merita attenzione, nei termini usati e nelle finalità, molto al di là delle esigenze di risparmio a cui la cosa è stata immediatamente connessa nei commenti alla finanziaria stessa.
Se si parla di carichi orari si parla di alunne ed alunni: è per loro che le 40 ore attuali sono insopportabili.
Se si parla di flessibilità è evidente che occorre garantire il personale che possa gestirne l’articolazione: non ci può quindi essere una parità ore dell’alunno-ore dell’insegnante.
Se si parla di territorio è evidente che occorre garantire lo spazio orario e non pensare solo a un frontale in classe: è per questo che occorre prevedere ancora l’area di approfondimento e non gestire le 36 ore solo in termini di area comune + area di indirizzo .
Se si parla di professionalizzazione è evidente che l’area di approfondimento non può essere solo il campo delle discipline dell’area comune, perché finora sono state praticamente le sole ad avere ore a disposizione: occorre garantire ore anche alle discipline tecnico-professionali.
Insomma non basta pensare al taglio degli organici, che per altro non è nel testo della finanziaria.
Queste sono state le considerazioni che hanno guidato la FLC Cgil negli incontri che si sono tenuti sull’argomento.
Il primo si è svolto alcune settimane fa, un po’ a sorpresa, in coda a un incontro che, per la verità, riguardava le scuole medie.
Il secondo, più ponderato si è svolto ieri.
Nel primo si era approdati all’ipotesi che comunque anche il nuovo modello continuasse a contemplare l’area comune, l’area di indirizzo e l’area di approfondimento.
Nel secondo questa scelta è stata confermata ed è stata messa a fuoco la certezza che l’applicazione partirà dalla prima classe dal punto di vista sia della scelta del modello (in merito, pur garantendo la più ampia autonomia di scelta alle scuole, una particolare attenzione è stata dedicata al “Progetto 2002”) sia della definizione degli organici e che per il prossimo anno rimarranno fermi gli attuali decreti di costituzione delle cattedre.
Quest’ultima cosa tuttavia non significa ancora l’invarianza di organico, ma solo quella del personale di ruolo. E non a caso è sul suo utilizzo che è ancora aperto il confronto, rimandato ad un ulteriore incontro.
Roma, 22 marzo 2007
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