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8 marzo 2012. Per le donne indietro tutta. Ma non ci rassegniamo

L’aumento della disoccupazione e il restringimento dei servizi sociali, effetti della crisi, pesano in termini pratici soprattutto sulle donne. Il peggioramento delle condizioni di vita porta anche a un arretramento civile e culturale. Ma le donne non stanno con le mani in mano.

06/03/2012
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Il tempo per le donne sembra essersi fermato negli ultimi vent’anni. Ma non per merito della fonte dell’eterna gioventù, ma perché parole e concetti come parità, uguaglianza, differenze di genere hanno un’enorme difficoltà a imporsi nella realtà e nella testa delle persone.

È come se stessimo rotolando all’indietro e questo fa male alle donne e fa male a tutta la società.

Lo scorso anno il movimento “se non ora, quando?” diede uno scossone a tutta l’Italia, dimostrando come la maggioranza delle donne era stufa di subire in silenzio modelli artefatti: donne addobbate ma gregarie, capolavori di chirurgia plastica lanciate sul mercato sessista. Il movimento presentò la realtà quotidiana di donne normali che continuano a pagare doppiamente il costo della crisi e della recessione. Donne che subiscono il peggioramento della vita civile e dell’economia, l’esclusione dalla politica e dal potere salvo accettare in toto i peggiori modelli maschili.

La protesta viaggia sull’etere

La rivista “Articolo 33” nel suo ultimo numero è andata a spulciare tra i siti web “delle donne” per sentire il polso della situazione. Se, da una parte, è sconfortante che siano sempre all’ordine del giorno temi che già trent’anni fa sembravano risolti, dall’altro lato, si nota la voglia di non mollare, di non rassegnarsi allo status quo, di rilanciare una visione nuova della vita, dei rapporti tra i sessi, dell’organizzazione sociale. Ma sul web, perché gli spazi tradizionali della politica e dell’informazione sono chiusi. Un motivo in più per opporsi a tutti i tentativi di imbavagliare questa piazza libera e confusa che è internet.

Parità ed educazione

Ancora oggi la vita delle donne, fin da ragazzine, è condizionata da stereotipi che pesano sulle loro scelte formative e, successivamente, lavorative. Le pari opportunità e la rimozione di discriminazioni e barriere culturali cominciano, quindi, già dalla scuola. La FLC, proprio in occasione dell’8 marzo ha promosso la pubblicazione di un libro dal titolo significativo Educare alla parità. Proposte didattiche per orientare in ottica di genere di Irene Biemmi. Il volume, per i tipi di Edizioni Conoscenza, a partire da un’analisi delle discriminazioni palesi e occulte, propone una serie di percorsi didattici per aiutare i giovani, maschi e femmine, a scegliere la loro formazione e il loro futuro davvero liberi da condizionamenti di genere.

Buon 8 marzo a tutte le donne e anche a tutti gli uomini di buona volontà. Con un’avvertenza: le date e le ricorrenze sono delle buone occasioni per far emergere o riemergere problemi che però devono trovare cittadinanza e risposte per tutto l’anno.

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