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Costituzione: la via maestra

La FLC CGIL nazionale aderisce all’appello e alla manifestazione del 12 ottobre a Roma.

20/09/2013
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La nostra Costituzione è ispirata a un’idea di società fondata sull’uguaglianza e sulla democrazia.

Il lavoro, la pace, la dignità delle persone, la giustizia sociale, la legalità, la sostenibilità ambientale, il rispetto dei diritti umani e civili e la solidarietà sono i pilastri dell’inclusività e della coesione.

Qualcuno, invece, vuole imporre l’idea che la Costituzione sia superata, che i diritti individuali e collettivi siano un freno allo sviluppo economico; che le disuguaglianze, che nel nostro Paese crescono, siano un prezzo da pagare all’economia globalizzata e all’Europa dell’austerità; che l’individualismo sia la naturale evoluzione della società consumistica. Tutto questo non ha fondamento, ma è presentato come il “pensiero unico” che incontra nella Costituzione l’ostacolo a diventare dominante. La nostra Costituzione può essere la stella polare per cambiare il modello di sviluppo rovesciando l’ordine dei fattori: lavoro, benessere, democrazia, sostenibilità sociale e ambientale sono le condizioni per uscire dalla crisi. Cambiare l’impalcatura costituzionale significa togliere all’Italia gli anticorpi ad avventure istituzionali autoritarie e antidemocratiche e al potere di oligarchie e potentati. Questo disegno va respinto.

Nei principi e nei valori costituzionale la conoscenza ha una funzione strategica per garantire mobilità sociale e moderni diritti di cittadinanza. Il diritto al sapere è fondamentale per esercitare un’effettiva libertà e quindi per mantenere la democrazia. Anche questo, negli ultimi anni, si è tentato di negare. Attraverso la privatizzazione della scuola, dell’università e della ricerca in ossequio all’ideologia liberista e a una malintesa meritocrazia, dove merito equivale a censo. I tagli pesantissimi e le controriforme hanno peggiorato la qualità formativa, indebolito ulteriormente il diritto allo studio, allontanato tanti giovani dall’istruzione. È stato anche umiliato e irriso il lavoro nella conoscenza, per giustificare i tagli agli organici e l’aumento del precariato, e impoverito con il blocco del contratto nazionale. La laicità della scuola e la libertà di insegnamento hanno subito anch’essi pesanti attacchi dal sapore fortemente ideologico e retrivo.

Per riconsegnare una funzione strategica ai comparti della conoscenza, come è utile e necessario in una società moderna e democratica, abbiamo bisogno di questa Costituzione.

Le necessarie riforme della seconda parte della Costituzione devono essere il frutto di un grande dibattito pubblico e di una consapevole partecipazione dei cittadini. Deve essere un processo complesso e autorevole, che non può essere condizionato da contingenti esigenze di questo o quel gruppo, tantomeno da ricatti di qualunque natura. L’attuale proposta di modifica dell’art. 138 nasce fuori dai requisiti minimi e in un clima politico condizionato dalle vicende personali del capo di una forza di maggioranza, un condannato in via definitiva che attacca quotidianamente la magistratura, e il principio della divisione dei poteri e il principio dell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, entrambi fondamentali nelle moderne democrazie.

C’è bisogno quindi di un impegno civile da parte di tutti per rispondere con una democrazia più avanzata alla disperazione sociale che imperversa nel Paese.

Il sito ufficiale della manifestazione.