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Università, suddivisi i fondi: tagli agli atenei lombardi, guadagnano quelli del Sud

Pubblicata la ripartizione basata sul merito. Il primato resta a Bologna, seguita dalla Sapienza di Roma: sfiorano i cento milioni. Balzo in avanti di Napoli, rosicchiano risorse anche in Sicilia

03/01/2017
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la Repubblica

 di SALVO INTRAVAIA

ARRIVANO i finanziamenti alle università in base al merito e non mancano le sorprese. Parecchi atenei del Sud recuperano posizioni (e milioni di euro) nel ranking nazionale mentre alcuni atenei eccellenti segnano il passo. Quasi tutte le università lombarde sono costrette a rinunciare ad una fetta più o meno grande del budget premiale conquistato nel del 2015, mentre gli atenei campani e siciliani rosicchiano preziose risorse economiche. Il decreto sulla ripartizione delle somme riguardanti il Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) statale per il 2016 è arrivato tre giorni fa, lo scorso 30 dicembre. Restano in testa l'Alma Mater di Bologna, con quasi 100 milioni di quota premiale (pari al 7 per cento dell'intera torta) e La Sapienza di Roma, con 92,5 milioni, che incrementano il tesoretto entrambe di 5 milioni rispetto al 2015.

Tra gli atenei che fanno il maggiore balzo in avanti in termini assoluti troviamo la Federico II, che mette a segno un più 9,2 milioni di quota premiale, e quello di Messina (più 7 milioni), seguite dall'università di Torino e la seconda università (Vanvitelli) di Napoli. In termini relativi, sono gli atenei di Messina (37 per cento in più di quota premiale rispetto all'anno scorso) e Catanzaro (più 33 per cento) a fornire le migliori performance. Quest'anno, la quota premiale del Fondo di finanziamento ordinario statale che arriva direttamente nelle casse degli atenei pubblici ha toccato quota 20 per cento: 1,4 miliardi di euro sui circa 7 miliardi complessivi destinati all'università dallo Stato.

Quattro i parametri di riferimento per la distribuzione della quota destinata al merito: qualità complessiva della ricerca (che pesa per il 65 per cento), politiche di reclutamento dei docenti (che pesa per il 20 per cento), qualità della didattica in relazione alla mobilità internazionale degli studenti (7 per cento) e qualità della didattica in relazione alla quota di studenti in regola con gli studi (8 per cento). Ma la vera sorpresa è il passo indietro di diverse università del nord. Tutti gli atenei lombardi, tranne Pavia, sono costrette a fare i conti con un segno meno. La statale di Milano lascia sul tavolo del merito 5 milioni di euro (il 90 per cento del 2015) e Bergamo 1,2 milioni (l'8per cento in meno). L'ateneo che fa segnare la peggiore performance in termini percentuali è quello di Siena: meno 39 per cento di quota premiale, soprattutto sulla qualità della ricerca. 2016 da dimenticare anche per Firenze, Roma Tor Vergata, Udine e Milano Bicocca.


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