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Università, continua lo stato di agitazione

Link): i rettori del Sud sembrano essersi completamente appiattiti sulle posizioni inconcludenti della ministra Carrozza.

06/12/2013
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La Tecnica della Scuola

Alessandro Giuliani

Il 4 e 5 dicembre si sono aggiunte alla liste delle Università in stato di mobilitazione diverse Facoltà di Bari, Napoli, Lecce, Cosenza, Salerno e Foggia. Campailla (Link): i rettori del Sud sembrano essersi completamente appiattiti sulle posizioni inconcludenti della ministra Carrozza. In programma anche iniziative e assemblee nazionali da parte delle associazioni dei docenti e dei ricercatori: vogliono emarginare la maggior parte degli atenei (soprattutto del Sud) e concentrare le risorse pubbliche in poche università (auto) eccellenti.
Mentre continuano tante occupazioni studentesche, crescono anche i numeri delle mobilitazioni degli universitari. Il 4 e 5 dicembre è toccato a diverse Facoltà delle Università di Bari, Napoli, Lecce, Cosenza, Salerno e Foggia.  
"I Rettori delle Università del Sud sembrano essersi completamente appiattiti sulle posizioni inconcludenti della ministra Carrozza – ha detto Alberto Campailla, portavoce nazionale di Link - Coordinamento Universitario - provando a placare ogni forma di dissenso. Purtroppo per loro e per il Governo delle Larghe Intese, l'opposizione di studenti dottorandi e ricercatori contro i recenti provvedimenti legislativi sta proseguendo e andrà avanti anche nelle prossime settimane."
Secondo le associazioni studentesche, la Legge di Stabilità continua a non prevedere nessuna proposta utile per risollevare le sorti delle università nel nostro paese, condannando tanti atenei, specie del Mezzogiorno, ad un anno tremendo in cui l'aumento delle tasse studentesche sarà una delle prospettive più probabili per coprire gli insopportabili ragli.
"La Ministra Carrozza e i Rettori sono usciti dal tanto atteso incontro del 28 novembre con un enorme nulla di fatto - conclude Alberto Campailla di LINK Coordinamento Universitario - ma stanno continuando a raccontare al Paese che un fantomatico "patto per l'università" e qualche tavolo tra MIUR e CRUI potranno realmente sanare gli enormi problemi creati da 5 anni di tagli.Tutto questo è falso e oggi lo abbiamo scritto a chiare lettere”.
Intanto, anche le associazioni dei docenti e dei ricercatori confermano lo stato di agitazione “per impedire la distruzione dell’Università”: il 20 dicembre è stata fissata un’assemblea nazionale a Napoli. A gennaio ce ne saranno altre a Roma e a Napoli. “Dopo la recente ripartizione ministeriale dei punti organico agli Atenei è ancora più chiaro l'obiettivo di chiudere e/o emarginare la maggior parte degli Atenei (soprattutto del Sud) e di concentrare le risorse pubbliche in poche università (auto) eccellenti”, scrivono in un recente documento unitario. “E questo in un quadro di pesantissimi tagli per tutti gli Atenei, tagli che non hanno riscontro negli altri Paesi dove, al contrario, si aumentano gli investimenti per la ricerca e l'alta formazione”. Per i prossimi giorni, le associazioni hanno invitati i docenti accademici a dedicare “una parte delle loro lezioni per discutere con gli studenti sui principali temi che affliggono l’Università, seguendo – se lo ritengono – le seguenti indicazioni per le prossime settimane: dal 2 al 7 dicembre ‘precariato universitario’; dal 9 all’11 dicembre ‘diritto allo studio’; dal 16 al 21 dicembre ‘ruolo unico dei docenti’.

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